TIVOLI - Coppette mestruali al posto degli assorbenti, Marinucci chiede le scuse dalla Spa dei rifiuti

L’ex consigliere comunale: “Rispetto per le scelte e le esigenze delle donne, basta giudicarci: ora l’Asa e il sindaco chiedano scusa”

In riferimento all’articolo “Dove getto gli assorbenti?”. E Asa suggerisce le coppette mestruali, dall’ex consigliere comunale Irene Marinucci riceviamo e pubblichiamo:

“Dal comunicato uscito oggi sulla pagina ufficiale dell’ ASA spa abbiamo appreso che, all’interno della sperimentazione della raccolta puntuale che inizierà a Luglio presso Villa Adriana e Paterno e che mira ad essere presto allargata a tutto il territorio cittadino, il conferimento del residuo secco non riciclabile sarà possibile solamente un giorno ogni due settimane.

Alla domanda di una cittadina che chiedeva come comportarsi per lo smaltimento degli assorbenti per il ciclo mestruale onde evitare i problemi igienici che sopraggiungerebbero nelle case delle più dovendo tenere questi rifiuti per due settimane (nella migliore delle ipotesi) dentro casa, l’Azienda ha testualmente risposto “Consigliamo l’utilizzo delle coppette mestruali”. Leggendo questa risposta i più, me compresa, sono rimasti a dir poco di stucco. Il problema non è l’utilizzo della coppetta mestruale, opportunità e scelta per la quale nutro il massimo rispetto. Ma non l’unica, e questo Asa sembra proprio non averlo calcolato, costringendo chi sceglie altro per la propria femminilità a veder riempita la propria casa di assorbenti usati. Il rifiuto indifferenziato, di cui fanno parte anche pannolini per bambini e assorbenti, sarà in questo modo ritirato soltanto una volta ogni due settimane.

Non voglio neanche pensare a quei poveri cittadini che, per qualsiasi motivo, non potranno conferire questi rifiuti nel giorno prestabilito: saranno in compagnia di questo materiale per un mese! Mi chiedo se chi ha pensato e predisposto questa sperimentazione abbia preso in considerazione il fatto, ad esempio, che non tutti i cittadini hanno modo e spazio di tenere in casa per due settimane pannolini e assorbenti. E ancora, hanno pensato al fatto che due settimane in casa questa tipologia di rifiuti, in estate, possa rappresentare un grosso problema di igiene per i cittadini? Anche perché questo materiale andrà poi ad unirsi agli altri rifiuti che ognuno di noi produce giornalmente. Ma questi sono, paradossalmente, dettagli rispetto al vero vulnus della questione.

Trovo assurdo che la risposta data dall’azienda alla richiesta di chiarimenti di una cittadina si sia limitata al suggerimento di utilizzare le coppette mestruali, neanche l’Asa fosse un depliant pubblicitario per prodotti femminili. Volendo ulteriormente approfondire, la coppetta in questione, per quanto scelta ecologica, personale e del tutto rispettabile, non è utilizzabile da tutte le donne, per ragioni che vanno dalle personali esigenze di salute al modo con cui ognuna sceglie di vivere questo suo momento di massima intimità . E’ sconsigliato l’utilizzo, ad esempio, a chi ancora non ha avuto rapporti sessuali completi, a chi ha subito interventi chirurgici e a chi è nel periodo del post parto. Ma il mio pensiero va anche, e soprattutto, alle molte le donne che preferiscono utilizzare dei dispositivi esterni anziché quelli interni come la coppetta, perché ogni donna deve sentirsi libera di vivere e gestire la propria femminilità senza, per questo, sentirsi più o meno una brava cittadina. Quello che mi ha ferito e che ho trovato assurdo è che tutte queste donne debbano sentirsi discriminate e giudicate da Asa per una loro scelta o per una loro esigenza, e che per questo dovranno trovare da sole la soluzione per non ritrovarsi le case invase dagli assorbenti da loro usati. Invece di dare consigli per gli acquisti sarebbe bastato un piccolo sforzo per arrivare a una soluzione dignitosa, come, ad esempio, quella di assimilare questi rifiuti ai pannoloni per gli adulti, che possono essere conferiti in sacco viola per tre volte a settimana. Per questo chiedo le scuse pubbliche dell’Azienda, perché con quella risposta sono state offese le donne tiburtine e non. E ovviamente chiedo le scuse del sindaco Proietti o perlomeno un suo intervento in merito.

Siamo nel 2020, e non siamo più disposte a spiegare la nostra intimità o a sentirci giudicate per questa o quella scelta, per questa o per quell’esigenza. Non è più accettabile, e non intendiamo più farlo”.

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