Se l’Europa oggi appare ai più un poco più simpatica lo dobbiamo probabilmente anche a lui. Sassoli era un’immagine popolare grazie all’esposizione mediatica di tanti anni come giornalista in Rai. La sua candidatura al Parlamento europeo nel Pd non mancò di trovare polemiche degli avversari politici che vedevano in questo ingresso in politica da parte del giornalista come una esclusiva operazione di immagine. E invece il lavoro di Davide Sassoli fu profondo, di sostanza, sempre attento all’inclusione e a rendere vicine agli ultimi le misure dell’Unione Europea. Nel gioco di rappresentanze, per le quali i vari stati distribuiscono ruoli e competenze, Davide Sassoli non ebbe alcuna difficoltà ad essere approvato da tutti i progressisti rappresentati in Parlamento europeo.
Possibile anche la possibilità di reiterare il suo incarico di presidente del Parlamento Europeo, ma cortesemente declinò. Insistente anche la richiesta di candidarsi a sindaco di Roma in questa elezioni del novembre 2021. Anche in questo caso, dopo una prima riflessione, probabilmente la polmonite che era insorta gli consigliò di stare al riparo. Uscito dalla malattia era subito entrato in attività parlamentare, ma la ricaduta lo aveva costretto a quello che si riteneva un momentaneo ritiro. Solo di ieri la notizia del ricovero per la complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario. Oggi la notizia della sua dipartita.
Sassoli non aveva fatto mistero della sua malattia definendo la polmonite come un evento terribile. Ma aveva anche scritto sul suo profilo twitter: “Ci rivediamo presto in Parlamento!”
Il saluto al presidente del Parlamento Europeo sarà osservato giovedì in Campidoglio. Il giorno dopo alle ore 12 i funerali presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Sarà ricordato anche a Strasburgo nella sede del Parlamento, lunedì alle ore 18 dall’ex parlamentare europeo Enrico Letta che lo saluterà con un discorso ufficiale.