TIVOLI – Ubriaco al volante, a 140 all’ora uccise un ragazzo: condannato a 2 anni e 4 mesi

Patteggia Alessandro Maggiore, figlio della dinastia degli ex titolari degli autonoleggi. Davanti al Tribunale protestano i familiari della vittima

Si era messo al volante dopo aver bevuto alcol e aveva spinto sull’acceleratore lanciando l’auto fino quasi al doppio del limite della velocità consentita. Così la fuoriserie si schiantò come un proiettile contro la vettura di un ragazzo che perse la vita a soli 24 anni.

Era il 21 aprile 2022 quando la vita dell’imprenditore Manuele Iencinella fu spezzata a seguito delle lesioni subite nello scontro con la Bmw di Alessandro Maggiore, 33 anni, membro della famiglia fino al 2015 titolare degli omonimi autonoleggi.

Oggi, martedì 5 novembre, davanti al Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Tivoli Chiara Miraglia, Alessandro Maggiore ha patteggiato una pena a 2 anni e 4 mesi per omicidio stradale.

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Una sentenza che ha sollevato le proteste di familiari e amici che stamane si sono radunati davanti al Palazzo di Giustizia di Viale Arnaldi a Tivoli in segno di protesta contro il verdetto.

L’incidente mortale avvenne verso le 23,45 del 12 aprile del 2022 al chilometro 12 della via Sacrofano-Cassia. Alessandro Maggiore viaggiava al volante di una Bmw Serie 1 ad una velocità accertata di 120 chilometri orari, quasi il doppio del limite di 70 imposto sul tratta di strada, quando tamponò la Citroen Saxo condotta da Manuele Iencinella.

L’impatto fu devastante.

Il 24enne fu trasportato all’ospedale Sant’Andrea, dove lottò tra la vita e la morte per 9 giorni, fino a che il 21 aprile del 2022 il suo cuore cessò di battere.

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Dalle indagini della Procura di Tivoli è emerso che la velocità della Bmw era doppia rispetto al limite consentito, ma il conducente guidava in stato d’ebbrezza: i test certificarono un tasso alcolemico nel sangue pari a 2,5 g/l, ben oltre il massimo consentito di 0,5.

Alessandro Maggiore ha proposto di risarcire la famiglia di Manuele Iencinella con una somma superiore al mezzo milione di euro. Una mossa che ha permesso al suo legale, l’avvocato penalista Stefano Valenza, di concordare col pubblico ministero Federico Carrai il patteggiamento della pena a 2 anni e 4 mesi, accolto stamane dal Giudice Chiara Miraglia.

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