TIVOLI – “Beve”, si droga e pesta la moglie davanti ai figli: condannato

Il 35enne tunisino deve scontare 4 anni e 7 mesi di carcere

Tre anni d’inferno nelle mura domestiche. Tre anni di insulti e minacce, botte e soprusi anche sotto gli occhi dei loro bambini.

Per questo lunedì 23 settembre il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado a 4 anni e 7 mesi di reclusione Mohamed C., un operaio edile tunisino 35enne domiciliato a Castelnuovo di Porto, per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali nei confronti della moglie, una italiana trentenne.

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Camilla Amedoro e Matteo Petrolati – ha condiviso la tesi della Procura di Tivoli condannando l’imputato alle pene accessorie dell’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 5 mila euro a favore della 52enne moglie oltre al pagamento di 2.200 euro per le spese di costituzione di parte civile.

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Secondo la ricostruzione dei magistrati, la vicenda emerse il 22 settembre del 2023 quando i carabinieri intervennero nell’abitazione di Castelnuovo di Porto e arrestarono il 35enne tunisino.

L’uomo aveva appena gettato del liquido per incollare le piastrelle sul volto della moglie mentre teneva in braccio un figlio di tre anni. Pare che la donna stesse abbandonando la casa al culmine dell’ennesima aggressione, ma l’uomo l’avrebbe trascinata per i capelli.

Per questo la trentenne italiana fu accompagnata in ospedale dove fu medicata e dimessa con una prognosi di 7 giorni.

In caserma la moglie raccontò tre anni di maltrattamenti fisici e psicologici quotidiani, di aggressioni da parte del marito armato di una spatola da cantiere, di umiliazioni in pubblico.

Secondo il racconto della vittima, l’operaio le avrebbe sempre impedito di confidarsi con amici e parenti, oltre che di abbandonare la casa per sottrarsi alle vessazioni. In un caso il 35enne le avrebbe staccato i fili della batteria dell’auto e in un altro le avrebbe sottratto le chiavi della vettura.

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Stando sempre alla versione della vittima, il marito era un consumatore di alcol e sostanze stupefacenti che lo avrebbero reso ancora più aggressivo: sputi, spinte, schiaffi, pugni in testa e lancio di oggetti, cellulari rotti, minacce di morte e di dare fuoco all’appartamento.

Mentre i figli di uno e 3 anni piangevano disperati.

Urla davanti alle quali i vicini di casa non rimasero inermi, richiedendo più volte l’intervento delle forze dell’ordine.

Il Tribunale di Tivoli ha confermato per l’imputato la custodia cautelare in carcere, respingendo la richiesta di misura alternativa.

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