Da subito gli agenti hanno sospettato che potesse essere l’autore anche della violenza ai danni della clochard tedesca avvenuta all’interno del parco di Villa Borghese. I dati del DNA ora lo inchiodano.
Lo stupratore seriale utilizzava una ritualità nelle sue violenze: legava le vittime per immobilizzarle poi abusava di loro e infine le derubava. All’interno del suo “giaciglio” di Monterotondo, i militari hanno rinvenuto anche i telefoni sottratti alle vittime.