In caso di temperature record si potrà chiedere la Cassa integrazione. L’Italia corre ai ripari contro gli infortuni sul lavoro a cui potrebbero essere esposti i lavoratori soggetti al caldo torrido. Vedi i carpentieri, fabbri, muratori e agricoltori. La Cigo, la cassa integrazione guadagni ordinaria, legata al tempo e alla temperatura, viene annunciata con una nota congiunta di Inps e Inail in merito alla pubblicazione delle linee guida Inail per prevenire le patologia da stress termico.
Nel dettaglio: “Le imprese potranno chiedere all’Inps il riconoscimento della Cigo quando il termometro supera i 35 gradi centigradi. Ai fini dell’integrazione salariale, però, possono essere considerate idonee anche le temperature “percepite””. La comunicazione si lega ai fenomeni climatici estremi registrati nelle ultime settimane, in particolare negli ultimi giorni, che potrebbero comportare un aumento del rischio di infortunio sul lavoro.
Più precisamente la causale “eventi meteo” è invocabile dall’azienda anche in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. Tra i lavori ritenuti a rischio caldo dalle due organizzazioni i lavori per la stesura del manto stradale, rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative “che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore“.
Si pensi anche alle acciaierie e a tutti i processi produttivi a combustione. L’esposizione prolungata ad alte temperature secondo l’Inail può determinare “attraverso meccanismi biologici complessi, una perdita di attenzione ed una minore capacità di reagire agli eventi imprevisti, determinando un rischio di infortunio soprattutto in settori come l’edilizia e l’agricoltura”.
Intanto l’Inail pubblica un vademecum con raccomandazioni rivolte a lavoratori e datori di lavoro.
La guida si apre con la descrizione delle patologie da calore, tra le quali rientrano i crampi, la dermatite da sudore, gli squilibri idrominerali fino al colpo di calore, che può comportare aritmie cardiache e l’innalzamento della temperatura corporea oltre i 40 gradi.
Compito del datore di lavoro è individuare procedure specifiche per attuare le misure più efficaci, a partire dalla scelta di una persona che sovrintenda al piano di sorveglianza per la prevenzione degli effetti dello stress da caldo. Fondamentale è la formazione dei lavoratori, e, tra le strategie, è importante considerare l’importanza dell’idratazione, di un abbigliamento adeguato, della riorganizzazione dei turni di lavoro e della possibilità di accedere ad aree ombreggiate durante le pause.
Condizioni croniche che aumentano la suscettibilità al caldo. Una sezione del testo è dedicata alle patologie croniche che aumentano il rischio di effetti avversi del caldo, sia nei lavoratori, sia nella popolazione generale. Tra queste, le malattie della tiroide, l’obesità, l’asma e la bronchite cronica, il diabete e le patologie cardiovascolari. La sezione include le indicazioni da seguire per prevenire ogni rischio ed evitare conseguenze negative sulla salute.