Guidonia – Si spara con la pistola d’ordinanza. Il dramma di Mirim

E’ finita così sabato sera 24 marzo l’esistenza di Miriam Sermoneta, guardia giurata della Axitea Security, la spa che gestisce la vigilanza privata anche per conto del comune di Guidonia Montecelio e per il Centro agroalimentare romano di Setteville.
La ragazza è stata ritrovata esanime nel suo letto da un collega al quale poco prima con un sms aveva preannunciato la volontà di farla finita. Suicidio, hanno accertato i carabinieri della Tenenza di Guidonia intervenuti nell’appartamento al piano terra del condominio di via Tiburtina 149, a Villalba.
Secondo la ricostruzione dei militari diretti dal tenente Salvatore Ferraro, la tragedia si è consumata tra le 19,30 e le 20 di sabato. Poco prima aveva inviato un messaggio sul telefonino di Giuseppe, un amico e collega di lavoro che vive a Roma. “Sto per fare una brutta cosa – ha scritto Miriam – ti lascio una scatola sul comodino, all’interno ci sono le chiavi della cassaforte, troverai il mio testamento”.
A quel punto, Giuseppe s’è fatto accompagnare da un amico fino a Villalba. E’ entrato nello stabile, la porta dell’appartamento era stata lasciata appositamente aperta da Miriam: lei era supina sul letto, vestita come se dovesse uscire di casa, un colpo sparato a brucia pelo al petto, un rosario in una mano, la pistola d’ordinanza a fianco.
I militari hanno sequestrato la Beretta calibro 9,21, quindi hanno aperto il forziere e rinvenuto una lettera nella quale indicava a chi destinare gli oggetti a lei più cari, come pelouche e mobili. Fino a dare disposizione per far gestire il suo Tfr all’amico Giuseppe, “perché tu sai cosa ne devi fare”.
La salma è stata messa subito a disposizione della famiglia per i funerali che si sono tenuti lunedì pomeriggio 26 marzo presso la chiesa dei Santi Aquila e Priscilla in zona viale Marconi a Roma.
Secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri, Miriam Sermoneta era descritta come una persona normale da amici e colleghi di lavoro, sicuramente non aveva mai manifestato una volontà suicida, né era stata in cura presso strutture specializzate.
Pare che a farla cadere in uno stato di frustrazione sia stata la condizione lavorativa presso Axitea, l’istituto di vigilanza in cui lavorava da circa 6 anni. Da gennaio, infatti, Miriam era in cassa integrazione con uno stipendio: una condizione che l’aveva spinta a scrivere una lettera accorata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla condizione delle guardie giurate.
Sembrava non darsi per vinta, Miriam, iscritta al Sindacato autonomo vigilanza privata e fondatrice del Gruppo Facebook “Non toccate l’articolo 18”. Sul web restano le testimonianze di “Mimmi”, una giovane donna di 39 anni dal sorriso contagioso, come appare nelle immagini di un video caricato su Youtube da “Stratarantina” all’indomani dal suicidio, in cui si ringrazia Miriam per aver fondato e voluto il gruppo sull’articolo 18.
In un altro video, caricato lunedì 26 marzo da Maker VideoHd e realizzato da Fabiana N., scorre la lettera al presidente Napolitano. Sempre su Facebook resta il gruppo “Quelli de Axitea security evolution spa già Sicurglobal” e “In memoria di Miriam Sermoneta”: le dediche a “Mimmi” non finiscono più.

 

«Un lavoro difficile che amava. Ragazza dolce e aperta alla vita»

“Dolce, aperta alla vita, amante del suo lavoro. A farle perdere la voglia di stare al mondo è stata la solitudine e l’ansia di rimanere senza stipendio”. Leo Sermoneta, 48 anni, fratello maggiore di Miriam, parla al Tiburno appena finiti i funerali della guardia particolare giurata residente a Villalba. Ce l’ha con l’Axitea, l’ex Mondialpol e Sicurglobal, per come stavano trattando sua sorella negli ultimi mesi. “Nonostante fosse stata decisa la cassaintegrazione a rotazione – spiega – a lei le hanno ridotto lo stipendio per tutto il mese di gennaio. Perché queste discriminazioni?”.
Leo, venditore di souvenir in Piazza San Pietro come il padre, scomparso a 77 anni nell’ottobre del 2009, è un membro di rilievo della Comunità Ebraica romana presieduta da Riccardo Pacifici. “Era molto attaccata a papà – continua – e fino a sei anni fa, quando ha iniziato a fare la vigilantes, si occupava di lui e lo accudiva. Da giovane papà le regalò un cavallo, era un’appassionata”.
Leo Sermoneta, volontario nel 1991 durante la Guerra del Golfo, si sofferma sulle condizioni della professione di Miriam. “Con qualsiasi clima e in qualsiasi luogo – sottolinea – la paga era sempre la stessa: 5 euro l’ora. E la pistola d’ordinanza non la possono nemmeno usare, solo se qualcun altro gli spara per primo”. Miriam viveva a Villalba da due anni, quando stava a Roma per un periodo aveva preso parte alle attività della Comunità Ebraica. “Riccardo Pacifici mi ha chiamato poco dopo la tragedia – continua Leo – e mi è stato molto vicino”.
Vincenzo Del Vicario, segretario del Sindacato Autonomo Vigilanza Privata al quale era iscritta Miriam, commenta così il gesto della 39enne. “La paura di perdere il lavoro, lo stress della cassaintegrazione e le condizioni di un lavoro difficile e solitario – spiega al Tiburno – non sono il massimo per chiunque, figuriamoci per un soggetto più debole e introverso. L’Axitea quest’anno ha già messo in cassaintegrazione duecento persone su Guidonia, la crisi sta colpendo ovunque”.

Servizio di Marcello Santarelli

 

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