Guidonia – Nasce con una malformazione all’ano. I medici la scambiano per stitichezza

Swami Visconti oggi ha due mesi e mezzo, ma nei suoi primi trenta giorni di vita ha rischiato il peggio. Papà Maurizio e mamma Barbara si sono dovuti rivolgere al “Bambino Gesù” per farle diagnosticare una malformazione all’ano che ai pediatri del “Santo Spirito” era completamente “sfuggita”, pur essendo visibile a occhio nudo.
Delle dimensioni di uno spillo, l’ano non era nel posto giusto, bensì all’interno della vagina: anteriorizzato. C’è voluto un intervento di microchirurgia d’urgenza per liberare la piccola Swami evitando la tragedia e per restituirle la normalità degli organi. Tuttavia i genitori hanno deciso di non farla passare liscia ai sanitari del nosocomio romano e hanno già messo la cartella clinica nelle mani di un legale di fiducia.
La disavventura per Maurizio e Barbara, 38 anni lui e 41 lei, è iniziata proprio il giorno più bello della vita, quando l’amore della coppia di Villanova è stato coronato con la nascita della prima figlia.
Erano le 10,53 del 21 aprile scorso e Swami veniva al mondo con parto cesareo nel reparto di Neonatologia dopo 38 settimane di gestazione: 2 chili 590 grammi, 49 centimetri, la bimba sembrava il ritratto della salute. D’altronde, l’indice di Apgar – il voto assegnato ai neonati per esprimerne la vitalità e l’efficienza delle principali funzioni – raggiungeva i 9 punti dopo un minuto e addirittura i 10 dopo 5.
Fatto sta che dopo tre giorni di degenza, il 24 aprile la bimba era stata dimessa, ma una volta giunta nella casa di Villanova è iniziato il calvario. Maurizio e Barbara raccontano che i giorni passavano, ma nei pannolini della neonata restavano soltanto delle striature minime. Perché?
Le risposte le aspettavano dalla struttura sanitaria nella quale avevano riposto la massima fiducia, tant’è che risultano agli atti visite di controllo effettuate il 26 aprile, il 30 aprile e il 2 maggio, senza contarne un altro paio non registrate.
Referti e certificati medici attestano che l’unica “anomalia” riscontrata durante la prima visita era stata una dermatite da pannolino giudicata guaribile con applicazioni di Canesten crema e pasta all’ossido di zinco.
Con la terza, però, i sanitari di turno si erano “superati”, tant’è che il 2 maggio avevano finito per prescrivere a Swami gocce di Mylicon convinti di dover contrastare il meteorismo gastro-enterico e l’aerofagia. Ma non è tutto, visto che nella ricetta del “Santo Spirito” il medico consigliava – in caso di necessità – di somministrare microclismi evacuanti – leggasi “clisterino” – alla malva o alla camomilla.
Nel frattempo, l’Asl aveva assegnato a Maurizio e Barbara una pediatra della zona alla quale rivolgersi per i controlli. Detto, fatto. Il 7 maggio la coppia di Villanova si era recata presso il suo studio fiduciosa di trovare una soluzione, ma ne era uscita con un palmo di naso.
Il medico, infatti, aveva prescritto del Lactogal alla mamma per una maggiore produzione di latte dal seno mentre per favorire la vista della piccola aveva pensato al Lutein Ofta.
E le difficoltà ad andar di corpo? Per la pediatra sarebbe bastato sostituire l’acqua Sangemini con l’Uliveto da mescolare al latte in polvere Mellin.
Peggio che andar di notte, perché più passavano i giorni e più Swami urlava di dolore fino a quando papà Maurizio è andato a farle un clisterino e ha scoperto che qualcosa non andava.
Così il 24 maggio i genitori l’hanno fatta visitare da un pediatra amico di famiglia che ha riscontrato l’ano anteriorizzato e l’indomani la coppia s’è presentata al “Bambino Gesù” dove le è stata diagnosticata la malformazione ano-rettale tipo fistola retto vestibolare e dove è stata ricoverata dal 5 al 18 giugno nel reparto di Chirurgia neonatale diretto dal professor Pietro Bagolan.
Oggi Swami sta meglio e di questo dramma per fortuna non ricorderà nulla. Per Maurizio e Barbara dimenticare sarà impossibile anche perché nel frattempo il loro legale, l’avvocato Paolo Di Cola di Villa Adriana, ha già messo in mora l’ospedale “Santo Spirito” e l’Asl RomaE con una richiesta risarcitoria.

Marcello Santarelli

 

COS’E’ L’ANO ANTERIORIZZATO

L’ano anteriorizzato è considerato una malformazione lieve, più frequente nelle femmine rispetto ai maschi.
Ciò nonostante non è priva di disturbi fastidiosi quando, a causa della dislocazione in avanti dell’orifizio anale, cioè più vicina alla vagina di quanto non sia lo sfintere anale con le sue fibre muscolari, le feci al momento della evacuazione non seguono un percorso lineare ma la massa fecale deve seguire una curva in avanti prima di fuoriuscire.
La conseguenza è, spesso, oltre alla difficoltà nell’emissione delle feci attraverso un orifizio che a volte è meno elastico e più duro rispetto al normale, il ristagno di una certa quantità di feci nell’ampolla rettale e una evacuazione incompleta.
Questo ristagno di massa fecale può, a lungo andare, sfiancare le pareti del retto che si dilata favorendo ulteriormente il ristagno di feci e la formazione di fecalomi di dimensioni importanti e con una forma tondeggiante difficile da fare transitare attraverso l’orifizio anale.
Se una alimentazione adeguata, la somministrazione saltuaria di microclismi e, ancora più saltuariamente, di lavaggi rettali con un sondino nel quale si fa scorrere soluzione fisiologica, non risolvessero il problema, la chirurgia ricostruttiva è l’unico rimedio.

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