Guidonia – Contro l’abuso di Saporetti il Comune non si costituisce

Per evitare la demolizione ha prospettato possibili danni agli impianti. Una scusa inutile, come il fatto che l’opera è sottoposta a sequestro penale: l’abuso edilizio va buttato giù, punto e basta.
E’ in sintesi quanto il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha detto alla Costruzioni Edili Saporetti srl, l’impresa di Colle Fiorito proprietaria di una palazzina da 14 appartamenti ai civici 16 e 18 di via Pausania, a Marco Simone Vecchio.
Con la sentenza numero 762 pubblicata mercoledì 23 gennaio i giudici della Sezione Prima Quater hanno imposto all’amministrazione Rubeis l’esecuzione dell’ordinanza 336 firmata il 21 novembre 2007 dall’allora dirigente all’Urbanistica Stefania Mastropietro, dichiarando improcedibile il ricorso presentato dalla società il 13 febbraio 2008 con la speranza di annullarla.
Un ricorso contro il quale Palazzo Matteotti non si è mai costituito in giudizio, tant’è che il 28 febbraio di 5 anni fa il collegio presieduto da Pio Guerrieri con l’ordinanza cautelare 1255 dispose lo stop alla demolizione della parte abusiva del fabbricato.
Un fabbricato realizzato in maniera difforme rispetto alla concessione edilizia 291 del 2001 rilasciata dal Comune, con un ampliamento di superficie e un aumento della cubatura. Per questo – fatto l’abuso – la Costruzioni Edili Saporetti srl il 25 luglio 2005 aveva presentato domanda di sanatoria. E se l’ex dirigente Mastropietro si era ben guardata dal rilasciare il condono, la musica cambiò quando l’amministrazione Lippiello la “defenestrò” sostituendola con l’ingegner Umberto Ferrucci. Tant’è che il 16 luglio 2008 l’Urbanistica concesse il permesso di costruire in sanatoria numero 338, tuttavia subordinato alla “parziale demolizione di parte della volumetria realizzata” perché abusiva.
A parere dei Saporetti,  l’abuso lo avrebbe compiuto il Comune ordinando di demolire senza verificare che l’abbattimento delle opere irregolari non pregiudicasse anche la parte costruita regolarmente. I costruttori hanno infatti evidenziato ai giudici che demolendo si potrebbero compromettere gli impianti elettrici, idrici e del gas, per questo avrebbero preferito cavarsela con una sanzione pecuniaria. Niente da fare.
Il collegio presieduto da Elia Orciuolo ha ritenuto che l’ordinanza vada eseguita anche senza verificare le eventuali conseguenze, purché siano conseguenze “ragionevoli”.
A nulla è valsa la scusa che l’opera è sequestrata e per giunta – ora – proprietà di altre persone, tantomeno la tesi – generica e indimostrata – di poter acquistare cubatura utile da terzi. “In ogni caso – sentenziano i giudici amministrativi – non si vede neppure come tale acquisto possa elidere un intervento edilizio comunque privo di titolo abilitativo”.
Un vantaggio la Costruzioni Edili Saporetti srl l’ha comunque avuto: non pagherà le spese legali perché l’amministrazione Rubeis non si è costituita.

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