Una di queste storie ha toccato anche uno dei comuni simboli della Valle dellAniene, Subiaco, protagonista indiretto di un episodio che ha unito il destino di due pontefici, lindimenticato Giovanni Paolo II e il successore Benedetto XVI. Questultimo, già cardinale Joseph Ratzinger, nelle sue funzioni ecclesiastiche più volte si è recato in visita nei monasteri sublacensi di San Benedetto e Santa Scolastica. Lo ha fatto anche la sera del 1° aprile, il giorno precedente la morte di Papa Woytila. Mentre Giovanni Paolo II viveva i suoi ultimi istanti di vita nel Palazzo Apostolico, Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione della dottrina della fede, decise di lasciare Roma e le incombenze in Vaticano per raggiungere Subiaco dove era atteso per ricevere il Premio San Benedetto e presentare il suo libro LEuropa nella crisi della cultura.
Davanti ai numerosi presenti accorsi al monastero di Santa Scolastico, Ratzinger tenne un lungo discorso sui temi trattati nel libro, una vera e propria lectio magistralis sulla cristianità e i suoi valori. Al termine dellevento, Ratzinger cenò nel refettorio con i monaci prima di ricevere una chiamata dal Vaticano che lo avvisava del definitivo peggioramento delle condizioni di salute di Giovanni Paolo II che di lì a poco sarebbe deceduto.
Quella a Subiaco fu lultima uscita pubblica da Cardinale per Ratzinger prima del Conclave che lo avrebbe eletto Papa, il 24 aprile 2005. Ottenuta la carica, Ratzinger decise di chiamarsi con il nome Benedetto, una scelta nientaffatto casuale che conferma il grande legame che il Papa poi dimissionario nel 2013 aveva con il Santo di Norcia e con i luoghi, come Subiaco, nel quale egli aveva agito e praticato la regola monastica che lo stesso Ratzinger in un suo intervento definì Arca di sopravvivenza per lOccidente cristiano.