Era il lontano 2006 quando il tecnico federale Federico Testi fondava la scuola di pugilato all’interno della palestra “Time to move”. A tredici anni dall’avvio dell’attività, la scuola vanta un numero di partecipanti sempre in crescita e la presenza di un gruppo di ragazze con la passione per la nobile arte. Oggi, gli atleti sono allenati dall’ex pugile Matteo Vignola, che è riuscito a conquistare con il giovane Fabio Tricchi il “Campionato Regionale Dilettanti categoria 60 kg”. Una rivincita per il tecnico tiburtino che da boxeur si è fermato alla finale regionale 69 chilogrammi fra i dilettanti. Sempre nella medesima categoria dei dilettanti è ormai pronto al debutto il giovane Alessio Catalano, che ha già disputato con successo alcuni round light, cioè incontri senza impartire al rivale colpi full power. Al termine dell’allenamento, a bordo ring, abbiamo incontrato l’allenatore Matteo Vignola.
Maestro, come si conquista un titolo regionale?
Con il lavoro, il sacrificio e la passione per questo sport. Oltre a Tricchi e Catalano, abbiamo pugili dotati di grandi potenzialità, che devono proseguire un percorso di crescita senza avere fretta.
Cosa raccomanda ai suoi atleti poco prima di salire sul ring?
Gli ripeto sempre di usare la testa, di restare calmi e di mettere in pratica quanto abbiamo preparato. Non è semplice fare tutto questo perché quando sei pronto per combattere l’adrenalina sale e con lei la paura.
Paura di cosa?
Per fare il pugile ci vuole coraggio ed è comprensibile portarsi dietro qualche timore, che poi svanisce nel momento in cui inizia il combattimento. Alla fine finisci sempre per concentrarti sull’incontro e non hai tempo per pensare a tutto il resto.
La prima qualità di un pugile?
La testa. Il nostro sport è come il gioco degli scacchi, mentre il tuo avversario prova a colpirti devi essere pronto alla contromossa. Tirare pugni oppure muoversi sul ring senza un fine preciso non significa fare boxe. Noi, insegniamo a combattere seguendo una tecnica precisa e delle regole.
La regola più importante?
Rispettare l’avversario. E’ necessario combattere con onestà, serietà e con il massimo impegno. Poi c’è un’altra regola molto importante.
Quale?
Mai fare a pugni per strada. Non insegniamo la violenza, ma un codice di comportamento ben preciso sia agli uomini che alle donne.
A proposito di donne. Nel suo team sono presenti anche delle ragazze. Cosa risponde a coloro secondo i quali le donne che salgono sul ring perdono la propria femminilità?
Dico che le ragazze non perdono il loro essere donna. Anzi, hanno caratteristiche precise come l’agilità, il temperamento e la passione per una disciplina che naturalmente non possiamo considerare riservata solo agli uomini.
Cosa si aspetta dai suoi allievi?
Una sola cosa: non devono mollare mai, anche fuori dalla palestra. Questo sport ti rende più forte, ti aiuta ad allontanare le paure, pure con il solo allenamento e quindi senza fare agonismo. Il pugilato permette, inoltre, di condividere un percorso straordinario con altre persone rendendoti forte con una preparazione intensa e quotidiana.
Fernando Giacomo Isabella