In una delle strade del centro di Firenze è spuntato un murales particolare: il soggetto raffigurato è la giornalista della Rai, corrispondente da Pechino, Giovanna Botteri. Non è trascorso molto tempo da quando era stata oggetto di discussioni televisive e obiettivo di chi l’attaccava sui social per il suo aspetto fisico e il suo modo di vestire.
Alle queste aveva risposto con una lettera che cominciava con la frase: “Ho 40 maglie tutte uguali, blu o nere, con lo scollo a V.” In essa parlava di come, in altri Paesi, il giornalismo è fatto da chiunque, senza dar peso all’aspetto fisico, o a cosa s’indossa:
“Qui a Pechino sono sintonizzata sulla Bbc, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono.”
Non è un mestiere semplice, quello del giornalista, e sicuramente non è facilitato se si è vittima di discriminazione. Nel murales, la giornalista che strizza l’occhio indossa una divisa “super” rigorosamente con uno scollo a V, con sopra appuntato l’immancabile lavalier.
Il murales è accompagnato dal messaggio lasciato dal collettivo di artiste Lediesis:
″È stata oggetto di critiche a causa del suo aspetto non così curato come i canoni superficiali e fittizi vorrebbero imporre. Dal canto suo questa #superdonna non si è scomposta e spinge ad una riflessione per scardinare modelli obsoleti che non hanno più ragione di esistere. A lei va la nostra più sincera stima”