Cop 26, entro 2030 mettiamo fine alla deforestazione

Diciannove miliardi duecento milioni di dollari per impiantare nuovi alberi

La scelta più solida dei leader mondiali riuniti a Glasgow ha visto nella dotazione di nuovo verde la priorità per combattere l’anidride carbonica in crescita nelle emissioni industriali in atmosfera.

Si potrebbe leggere come una rinuncia a operare sulle emissioni direttamente, ma in verità già a Roma erano state date scadenze per chiudere con la creazione di nuova energia attraverso il carbone.

La dichiarazione dei leader ha visto l’adesione anche di Jair Bolsonaro, Xi Jinping e Vladimir Putin.

Due terzi delle terre di tutta l’Africa sono nel degradato, ma è una tendenza può essere invertita. Ha detto Jeff Bezos il titolare di Amazon intervenuto nel vertice sull’ambiente. Ma la scommessa è trasformare la lotta per la transizione climatica in innovazione climatica. Incoraggiare l’innovazione è un pilastro della politica sul clima dell’Ue. Ha detto su twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Interessante a Glasgow la giornata di ieri, quando il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin critica aspramente gli Usa per l’inquinamento del passato: le sue emissioni storiche sono 8 volte quella della Cina. Anche il premier indiano Modì dà un colpo ai buoni sentimenti espressi al forum. Ed è sull’India, infatti, che si concentrano i maggiori interessi per il gravame di inquinamento prodotto per l’industrializzazione eternamente in fieri, in un paese che ha superato il miliardo di abitanti. Convincere loro significa aver chiuso il cerchio ma è un risultato che ben di là dall’essere raggiunto.

 

 

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