ristorante

Agroalimentare e ristorazione che fanno girare anche il turismo, fondamentali per la ripresa

Però, pur con una leggera risalita, i consumi fuori casa si prevedono per il 2021 pari a venti miliardi in meno rispetto al periodo pre-Covid. Servono le 4 C, vitamine per l’economia

Secondo i dati della Fipe, federazione italiana pubblici esercizi, affiliata a Confcommercio, i consumi fuori casa nel comparto alimentare (il cosiddetto Horeca) sono stimati sì in risalita, in oltre 63 miliardi di euro, con un incremento del 17,2% rispetto al 2020 (praticamente in ginocchio), ma ancora sotto i livelli pre-Covid per oltre 20 miliardi di euro. Una situazione non ottimale neppure a livello internazionale: in tutti i Paesi del vecchio continente la flessione dei consumi è stata superiore al 30%, con punte di oltre il 40% in Spagna. Strettamente connesso con la ristorazione il turismo: prima della pandemia la sola spesa turistica destinata alla ristorazione valeva 18,5 miliardi di euro, con 8,4 miliardi di euro garantiti dal   turismo straniero, con un valore aggiunto pari a circa 7 miliardi.

Oltre alla pandemia e ai contagi che non passano, a mettere i bastoni tra le ruote ci sono inflazione e aumento delle spese fisse che rischiano di ridurre i consumi nei prossimi mesi. Ha detto in proposito Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio: “Nel 2021 la crescita del Pil si attesterà al 6%, corriamo è vero, ma per recuperare nel 2022 i livelli pre-pandemici del 2019 che era già un anno debole per crescita rispetto al 2017. Per i consumi bisognerà invece attendere il 2023”. E suggerisce una “buona ricetta per la crescita, riassumendola in 4 C, come le vitamine per l’economia: collaborazione, competenze, cultura e coraggio”.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.