Continua la protesta dei precari del CNR

Giorno e notte lontano da famiglie e attività

Il futuro di 400 lavoratori precari è appeso ad un filo sottile

Continua il presidio alla sede centrale del CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche da parte dei precari, si continua giorno e notte, lontani dalle loro attività e dalle loro famiglie per rivendicare a gran voce il loro diritto all’assunzione. La richiesta dei precari è quella di avere una risposta in merito per poter dar seguito al loro lavoro portato avanti fino ad ora con dedizione e passione.

I vertici CNR hanno dichiarato di non essere intenzionati a stabilizzare tutti gli aventi diritto, ma soltanto una piccola parte di essi: circa 51 unità di personale a fronte dei 400 idonei ai requisiti previsti dalla legge Madia.
Per la stragrande maggioranza di essi al danno si aggiungerà la beffa, infatti, non sarà più possibile ottenere il rinnovo del contratto, avendo superato i limiti di legge previsti per gli assegni di ricerca ed i contratti a tempo determinato.

Se le cose non dovessero cambiare, nel giro di un paio di settimane 400 lavoratori, con una media di anzianità di servizio al Consiglio Nazionale delle Ricerche – Comunicazione di 10 anni, si ritroveranno ad affrontare le festività Natalizie alla ricerca di una nuova occupazione. Il CNR ha nelle sue casse i fondi per il completamento delle stabilizzazioni, dichiarano i precari, forse per la prima volta dall’inizio del processo di stabilizzazione, ma non si intende riconoscere il nostro diritto.
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