GUIDONIA – “La Malarazza”, a Teatro la vita tormentata di Rosa Balistreri

Stasera lo spettacolo sulla cantautrice siciliana della compagnia professionista Evoè

di Dajana Mrruku

Questa sera il TeatroFestivalCittà di Guidonia diretto da Anna Greggi giungerà al termine con l’ultimo spettacolo in corso per il “Premio Corvo d’Oro”.

A chiudere il sipario al Teatro Imperiale sarà “La Malarazza” spettacolo musicale di “Evoè”, la compagnia romana di professionisti composta da Federica Prencipe, Lucrezia Guaita, Rosy Lo Calio, Diandra Selvaggio (le fondatrici), Gabriele Namio, Marco Gabrielli e Marco Antonio Fiore.

Al quotidiano on line Tiburno.Tv Federica Prencipe ha raccontato che quello di stasera sarà il debutto come compagnia teatrale professionista a verrà portata in scena la storia della cantautrice folk siciliana Rosa Balistreri, una figura molto importante che insegna il coraggio di reagire alle difficoltà della vita.

Come nasce la vostra compagnia? 

Io e le altre fondatrici di Evoè, Lucrezia Guaita, Rosy Lo Calio e Diandra Selvaggio, frequentavamo tutte la stessa accademia di recitazione, Sofia Amendolea, e ci siamo sempre trovate bene a lavorare insieme.

Non c’è stato davvero un giorno di inizio di Evoè, è stato un percorso che ci ha portate qui. In particolare l’opera che porteremo in scena, La Malarazza, nasce da un master che abbiamo seguito durante l’accademia con Gabriele de Luca e ci ha segnate molto.

In particolare Rosy (Lo Calio) ha iniziato a scrivere una sceneggiatura e, dopo aver letto l’inizio, ci è piaciuto tantissimo ed il progetto è partito così. È il nostro primo spettacolo.

Perché la compagnia si chiama Evoè?

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Evoè è l’urlo di battaglia delle Baccanti, le sacerdotesse di Bacco, il dio delle arti e dello spettacolo. Ci è sembrato carino scegliere un nome che fosse sia un mantra per tutte le battaglie che vogliamo seguire, ma che avesse anche una radice storica nel teatro e nello spettacolo.

Il vostro spettacolo, La Malarazza, di cosa parla?

Raccontiamo la storia di Rosa Balistreri, una cantautrice italiana di canzoni folk siciliane. Nasce in una famiglia molto sfortunata, ha vissuto una vita difficile con un padre alcolizzato e violento e, in seguito, con un marito altrettanto violento.

Lei addirittura tentò di ucciderlo, ma poi si costituì immediatamente perché credeva fortemente nella giustizia. Giustizia che, ironia della sorte, non ha mai avuto nella vita.

Il nostro spettacolo, attraverso le sue canzoni, vuole ripercorrere alcuni momenti della sua vita, in particolare il passaggio da lavoratrice al mercato a cantante. Abbiamo inserito nella sceneggiatura alcune delle sue prime canzoni.

Chi interpreta Rosa Balistreri?

La nostra Rosy Lo Caino. Abbiamo fatto insieme uno studio molto approfondito sulla voce di Rosa, possente e rauca, sembra nascere dalla terra. È molto viscerale e nasconde in sé tutta la rabbia che provava per la vita che aveva vissuto.

Io personalmente penso che la voce sia molto importante, fondamentale, un vero e proprio biglietto da visita. Quindi per delineare la personalità, siamo partiti dal colore della sua voce, dalle sue intenzionalità. Ci siamo aggrappate alla sua voce e stiamo cercando di farla riecheggiare nei teatri come il suono di Evoè.

Rosy ha una bellissima voce e si adatta perfettamente al personaggio. Inoltre è siciliana che ci ha agevolate tanto.

Quale messaggio volete mandare ai vostri spettatori?

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Non vogliamo mandare un messaggio preciso e chiaro. Pensiamo che ognuno di noi possa trarre un insegnamento, ciò di cui ha bisogno in quel momento.

Non vogliamo impartire lezioni di morale, ma far vedere cosa succedeva davvero nella Sicilia degli anni ’70. Si tratta di uno svelamento della situazione, una denuncia.

Come avete conosciuto Rosa Balistreri?

Abbiamo scoperto per caso alcune sue canzoni e siamo risaliti a lei. Rosy se ne è innamorata subito e ha deciso di scrivere qualcosa su di lei.

Cosa avete scoperto di Rosa che non conoscevate?

Non pensavamo che avesse subito così tanto. Ha avuto davvero tanto coraggio nella sua vita, ne ha affrontate veramente tanto e il suo percorso è veramente un insegnamento per noi.

Non si è mai fermata, ma ha sempre seguito i suoi principi e i suoi valori, senza tradirsi mai.

Perché avete deciso di prendere parte al TeatroFestivalCittà di Guidonia al Teatro Imperiale?

Siamo venuti a conoscenza del bando nel 2021 e abbiamo deciso di assistere agli spettacoli di alcune compagnie. L’ambiente ci è piaciuto immediatamente, è molto accogliente.

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