TIVOLI – Paziente dimessa coi tendini lacerati, medico deve risarcire la Asl

L’Azienda sanitaria paga 60 mila euro ad una donna visitata in un minuto al pronto soccorso

Per come l’hanno ricostruita i magistrati, la visita sarebbe durata un minuto.

Giusto il tempo di esaminare la ferita e medicarla senza neppure un esame strumentale né un controllo sulla funzionalità dell’arto.

Ma a distanza di settimane alla paziente vennero riscontrate lesioni talmente gravi ma non diagnosticate che la Asl Roma 5 è stata costretta a risarcirla di 60 mila euro.

Un danno erariale che ora la Corte dei conti ha parzialmente addebitato alla dottoressa del pronto soccorso che la visitò e l’ha condannata a rimborsare 15 mila euro all’Azienda Sanitaria Locale di Tivoli.

La vicenda emerge dalla sentenza numero 100CLICCA E LEGGI LA SENTENZA– depositata lo scorso martedì 17 febbraio con la quale la Sezione Giurisdizionale per la Regione Lazio ha ritenuto la dottoressa responsabile di una condotta gravemente colposa dei danni patiti dalla paziente.

A denunciare il caso alla Corte dei conti è stata la stessa Asl di Tivoli che nel 2021 ha risarcito i 60 mila euro alla donna vittima del sinistro.

Il fatto risale al 20 marzo 2017, quando la paziente fu trasportata in pronto soccorso per una ferita da taglio causata da un vetro, triagiata come codice verde poi modificato in codice giallo per l’aumento del dolore, quindi visitata.

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Il problema è che la dottoressa la dimise con una prognosi di soli 10 giorni e una diagnosi di ferita lacero-contusa senza lesioni periferiche in atto.

Secondo i magistrati contabili, il medico avrebbe omesso i necessari approfondimenti per valutare eventuali deficit subìti, causando un ritardo diagnostico e un peggioramento del quadro clinico.

In poche parole, la sanitaria non si sarebbe accorta della lacerazione completa dei tendini con una diastasi di circa 2 centimetri e mezzo, oltre a lesioni complete dell’arto.

Ferite certificate dalla consulenza redatta dal medico della compagnia assicuratrice della Asl Roma 5, l’unico accertamento tecnico alla base dell’atto di citazione in giudizio della dottoressa.

Stando sempre alla ricostruzione della Corte dei conti, pochi giorni dopo le dimissioni la paziente si recò dal suo medico di base che le prescrisse invece una prognosi di 30 giorni.

Ma visto che i dolori lancinanti continuavano, il 12 maggio 2017 la donna effettuò alcuni accertamenti che evidenziarono la lacerazione completa dei tendini, lacerazione che non fu risolta neppure con l’intervento chirurgico al quale la donna fu sottoposta il 23 giugno 2017.

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Così, mentre l’avvocato Antonio Sbardella di Roma per conto della Asl di Tivoli ha richiesto la condanna del medico, l’avvocato Emilio Manni del Foro di Tivoli ha difeso la dottoressa.

Secondo l’avvocato Manni, è da considerarsi sommaria la valutazione del medico della compagnia assicuratrice, anche perché la paziente venne visitata per due volte anche dal suo medico di base, senza che neppure quest’ultimo riscontrasse alcuna complicanza.

La tesi della difesa del medico è che le complicanze si sono probabilmente manifestate dopo la visita e che, quindi, non sarebbero state riscontrate neanche attraverso esami strumentali eventualmente disposti in pronto soccorso, evidenziando che la gravità della patologia fu accertata solo dopo 50 giorni.

Una tesi che deve aver convinto in parte la Corte dei conti.

Assume rilievo nello sviluppo della patologia lamentata dalla paziente – scrivono i magistrati nella sentenza – il tempo intercorso tra la visita al pronto soccorso e la data dell’intervento chirurgico e, quindi, anche la condotta di altri soggetti che hanno visitato la paziente senza disporre accertamenti diagnostici”.

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