TIVOLI - Maltratta la moglie: per il marito scatta il divieto di avvicinamento

Allontanato da casa, al 66enne italiano applicato il braccialetto elettronico

In passato era riuscita a lasciarlo temporaneamente. Ma poi era tornata sui suoi passi e, sperando in un suo possibile cambiamento, aveva poi deciso di riprendere la relazione.

Il risultato è che lui ha assunto atteggiamenti sempre più violenti con un progressivo isolamento della donna, fino a quando lei ha denunciato.

Per questo gli agenti del Commissariato di Tivoli hanno dato esecuzione alla misura cautelare coercitiva nei confronti di un 66enne italiano dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla moglie e ai luoghi da frequentati dalla donna.

 
 

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tivoli, su richiesta di questa Procura, ha disposto per il 66enne l’applicazione del dispositivo elettronico di controllo, il cosiddetto Braccialetto, perché gravemente indiziato di maltrattamenti danni della moglie cittadina italiana di 65 anni.

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Secondo un comunicato stampa diffuso oggi, martedì 4 marzo, dal Procuratore Capo Francesco Menditto, risulta dall’ordinanza cautelare emessa dal Gip che la donna ha dovuto sopportare comportamenti aggressivi da parte del coniuge, inizialmente di natura verbale ed economica, per poi sfociare in vere e proprie violenze fisiche.

Negli anni passati, la vittima era riuscita a separarsi temporaneamente dal marito, ma, credendo in un possibile cambiamento del partner, aveva poi deciso di rientrare.

Le violenze sono proseguite con un progressivo isolamento della donna. L’ennesimo episodio di violenza, che ha causato alla vittima una ferita alla mano, ha spinto la donna a denunciare il marito, chiedendo aiuto a conoscenti e colleghi di lavoro.

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Stando sempre al comunicato del Procuratore, gli investigatori del Commissariato di Tivoli hanno raccolto testimonianze e certificati medici pregressi della vittima, confermando il quadro indiziario di una situazione ad alto rischio per la vittima e hanno permesso l’emissione della misura cautelare da parte del Tribunale che ha riconosciuto i gravi indizi di colpevolezza dell’indagato e la sussistenza di esigenze cautelari.

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