Una storia di maltrattamenti, botte e soprusi.
E’ lo scenario che si sta via via dipanando nel delitto di Massimiliano Moneta, il 57enne di Marco Simone Vecchio, quartiere di Guidonia Montecelio, ucciso ieri a Vada, una frazione di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
Stando alla prima ricostruzione dei carabinieri, proprio ieri – martedì 11 aprile – l’uomo sarebbe dovuto comparire al Tribunale di Livorno per l’udienza relativa all’affidamento dei tre figli minori nati dal matrimonio con la oramai ex moglie, figlia di Antonino Fedele, che da 4 anni si era trasferita in Toscana dal padre lasciando l’abitazione di Marco Simone.
L’80enne Antonino Fedele è il proprietario del podere in cui Massimiliano Moneta è stato ucciso a colpi di fucile ed è stato rinvenuto senza vita dagli operatori del 118 e dai carabinieri.
Stando sempre ad una prima ricostruzione, nella tarda mattinata di ieri la vittima si è presentata presso il podere di Fedele a poche ore dall’udienza per sancire la fine di un matrimonio funestato da denunce per maltrattamenti in famiglia.
Nel frattempo i carabinieri hanno attivato una vera e propria caccia all’uomo per individuare il sospettato numero uno, ma Antonino Fedele a distanza di oltre 24 ore dal delitto è ancora irreperibile.