Guidonia – Finto cieco, furbetto vero. Prendeva 4 mila euro al mese e guidava l’auto

Quando ha capito che oramai era stato incastrato, al commissario ha chiesto chi gli avesse dato la “dritta”. “Vorrei proprio guardarlo in faccia”, s’è lasciato andare proprio lui che da 38 anni risultava cieco totale.

“Come fai se non ci vedi?”, 

gli ha risposto con un pizzico di soddisfazione l’investigatore mentre gli notificava la denuncia per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato.
Una truffa talentuosa grazie alla quale un 62enne de La Botte riusciva a percepire qualcosa come 4 mila euro al mese di pensione d’invalidità al cento per cento e al tempo stesso ad andarsene in giro al volante della sua utilitaria con tanto di patente senza alcuna prescrizione.
Per l’anziano la “pacchia” è finita giovedì 25 ottobre al termine dell’operazione “Santa Lucia” condotta dagli agenti dell’Ufficio di Polizia di Villalba e coordinata dal pubblico ministero della Procura di Tivoli Giuseppe Mimmo. Secondo quanto accertato finora dagli uomini diretti dal vice questore aggiunto Alfredo Luzi, la truffa si aggirerebbe sui 600 mila euro, ma l’inchiesta ora punta a scoprire se e chi il 62enne ha “unto” per garantirsi una vita da nababbo senza mai lavorare. Le cifre parlano da sole: 2.521 euro mensili dall’Inail per la cecità, altri 480 euro dal Fondo pensionistico dei lavoratori dipendenti dell’Inps, oltre a 852 euro per la reversibilità di una pensione di guerra “ereditata” dal padre.
Alla favola del cieco miracolato gli investigatori non hanno certamente creduto, quando gli è stato segnalato il caso del 62enne, così prima hanno acquisito la documentazione medica, quindi gli si sono messi alle costole filmandolo mentre passeggiava tranquillamente per le vie della città osservando le vetrine dei negozi e al volante di una delle sue sei auto. Tante quanti gli appartamenti intestati, per i quali il magistrato ha disposto il blocco in attesa della conclusione delle indagini.
Indagini che hanno accertato la sua abilità nel districarsi tra le maglie della burocrazia così come nel traffico al volante. La sua storia di falso cieco risale addirittura al 1974, quando, in seguito a un grave infortuno sul lavoro in macelleria “marcò visita” e riuscì a farsi riconoscere un’invalidità del 35 per cento.
I medici accertarono che la scheggia di un osso gli si conficcò nell’occhio sinistro causandogli un’emorragia e lasciandolo con un decimo di visus. Un uomo decisamente sfortunato sul lavoro, a giudicare dal fatto che due anni più tardi denunciò di essere rimasto vittima di un altro incidente ancora più grave, con la perdita totale della vista all’occhio destro che gli fruttò l’invalidità al 100 per cento.
Così dall’età di 26 anni incrociò le braccia, aspettando il giorno della pensione e dedicando mattinate e pomeriggio a giocare a carte nei bar o a bocce nei circoli della città.
Tuttavia nel 1974 la Prefettura di Roma rilasciò al falso cieco la patente di guida, ritirata nel 1978 dai carabinieri proprio per la sua invalidità totale. Evidentemente, però, mettersi al volante deve essere una passione irrefrenabile per il 62enne, se nel 2000 trasferì la residenza da La Botte a Brescia e riuscì a ottenere di nuovo dalla Prefettura di Bergamo il permesso di guidare ma con le lenti.
Permesso smarrito e rinnovato ancora in Lombardia nel 2006, ma stavolta senza alcuna prescrizione.
Nel frattempo dopo la visita di controllo nel 1995 la commissione medica dell’Asl gli confermò i requisiti di invalido al 100 per cento, ma lo giudicò ancora autosufficiente così gli revocò l’accompagno.
E siccome è ancora molto dinamico e i soldi a fine mese non bastano mai, il falso invalido era riuscito pure a farsi assegnare a un corso di qualificazione professionale per non vedenti finalizzato ad un’attività lavorativa adeguata alle sue condizioni e poter beneficiare in tal modo del sostegno di un accompagnatore.
Ora le indagini puntano a individuare responsabilità di altre persone legate all’ambiente medico che avrebbero fornito falsi certificati e analisi cliniche irregolari per certificare l’invalidità del truffatore.

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