Monterotondo – Ospedale, timori per il futuro. Il sindaco chiede chiarimenti a Regione

Decisioni che spettano ai vertici della Asl, tuttora impegnati nella definizione di scelte strategiche e atti aziendali conseguenti al Piano operativo sanitario 2013/15, annunciato quest’estate e diventato legge regionale, ma che, naturalmente, dovranno essere avallate e ratificate dalla Regione Lazio.
“Ad oggi – afferma il sindaco Mauro Alessandri – non abbiamo motivo di ritenere che tali scelte e tali documenti possano contenere indicazioni difformi da quelle annunciate quest’estate. Tuttavia, nel prendere atto che le prime, parziali stesure che abbiamo avuto modo di visionare non sono ancora puntualmente esplicative riguardo l’ospedale di Monterotondo e l’organizzazione dell’offerta sanitaria nel nostro distretto, chiediamo e sollecitiamo la Regione a pronunciarsi definitivamente e ufficialmente a riguardo, così da sgombrare il campo da supposizioni, interpretazioni e strumentalizzazioni di sorta”.
“Se tali comunicazioni – avverte il sindaco – risulteranno in linea con le scelte anticipate quest’estate, quelle che evitavano esplicitamente al SS Gonfalone quel fatale declassamento contro cui per anni ci siamo battuti, riorganizzandolo in presidio di area disagiata e salvando le sue funzioni, esprimeremo piena soddisfazione riconoscendo alla Regione e successivamente alla Asl oculatezza e coerenza. In caso contrario attenderemo la stesura definitiva dell’atto per valutare le azioni di contrasto da intraprendere, compresa l’eventuale sua impugnazione nelle sedi competenti”.
“Riteniamo imprescindibile – aggiunge il consigliere delegato per la Sanità Walter Antonini – almeno il mantenimento dei reparti e delle degenze di chirurgia, medicina e ortopedia, oltre al recupero delle piene funzioni dei servizi di radiologia e laboratorio analisi. Parallelamente andrebbe invertita la politica delle risorse umane, fin qui caratterizzata da un inesorabile impoverimento della pianta organica, da un continuo privare l’ospedale delle sue professionalità interne, sia mediche sia infermieristiche, chiamate a supplire assenze e carenze altrove. Senza queste funzioni, al di là dell’appellativo di presidio d’area disagiata, che a quel punto lascerebbe il tempo che trova, il SS Gonfalone sarebbe depotenziato nei fatti e nella sostanza”.

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