Roma Capitale, scuole 0-6 nel caos organizzativo – FP Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Csa proclamano lo stato di agitazione

“oggi nei fatti le scuole dell’infanzia e tra circa una settimana gli asili nido di Roma Capitale riaprono il servizio a tempo pieno nel più completo caos organizzativo”.
Questa la dura denuncia di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Roma Capitale Rieti, Uil Fpl Roma e Lazio e Csa a descrivere la realtà di una ripresa che l’amministrazione capitolina aveva invece annunciato con i toni enfatici di una grande impresa. “A queste condizioni noi non ci stiamo. Proclamiamo lo stato di agitazione del personale e metteremo in atto tutte le iniziative di protesta necessarie”.

“E pensare che per organizzare la riapertura si è fatto ricorso ad una task force di 9 componenti del Comune e 17 fra esperti e docenti di ben tre università”, attaccano i sindacati. “Peccato che non si è neppure pensato a coinvolgere né le lavoratrici e i lavoratori, né i loro rappresentanti, che il lavoro in emergenza lo conoscono davvero. Anzi, quando si è parlato di “organico potenziato”, finalizzato giustamente alla creazione di gruppi stabili in risposta alla emergenza Covid, tutto è naufragato nell’incapacità dell’amministrazione di tradurre piani concreti quanto definito”.

Tanti i punti dolenti di una situazione che i sindacati descrivono come inaccettabile. A partire dalla sostituzione dei docenti assenti con personale con un orario giornaliero ridotto al 75%: “questo significa non coprire il turno di servizio, con inevitabili ricadute nell’offrire un servizio adeguato ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie”. O dalla distribuzione dei dispositivi di protezione individuale (Dpi), “insufficiente a coprire tutte le strutture e tutte le prescrizioni”.

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Le federazioni di categoria, segnalano poi “ritardi ingiustificati nella costituzione delle Commissioni Covid, specificatamente previste nei protocolli per il monitoraggio delle misure di prevenzione alla diffusione del virus”. Così come la “completa disorganizzazione nell’indicare ai Referenti Covid le prassi da seguire, un’idonea formazione e un adeguato supporto per la gestione di casi di contagio nelle strutture”. Per quanto riguarda il personale docente, “si è fatto ricorso agli spostamenti tra strutture per coprire i buchi, senza curarsi della crescita esponenziale dei rischi”. Mentre addirittura “ai bambini diversamente abili non viene garantita l’insegnante di integrazione per l’intera durata dell’orario giornaliero”.

“Tutto ciò era largamente previsto, e per questo all’incontro convocato ieri dall’amministrazione ci saremmo aspettati un confronto per trovare soluzioni concrete alle tante criticità. Al contrario ci siamo trovati di fronte un muro di scuse e di alibi, a iniziare dai costi, e sempre in contrasto con le indicazioni contenute nei protocolli di ISS, MIUR e Regione Lazio”, rimarcano i sindacati. “In un sol colpo l’amministrazione è riuscita così a smentire se stessa, a rendere non più valido il decantato atto di corresponsabilità sottoscritto con le famiglie e ad andare in controtendenza rispetto alle raccomandazioni di tutte le autorità, considerando che in questo caso si parla di bambini tra 0 e 6 anni, a quali dovrebbe essere assicurata la massima protezione”.

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“Di fronte a queste inaccettabili condizioni e in assenza di segnali di apertura da parte dell’amministrazione, abbiamo convenuto di interrompere il confronto e di indire lo stato di agitazione dell’intero settore educativo scolastico di Roma Capitale”, concludono i sindacati. “Chiediamo al Prefetto un intervento risolutivo. Noi siamo pronti a tutte le iniziative per assicurare la ripresa delle attività in piena sicurezza. Ci mobiliteremo in tutte le sedi, per risollevare le già precarie condizioni del servizio ai bambini e alle famiglie”.

I rappresentanti sindacali ci tengono infine a precisare che, “per senso di responsabilità delle scriventi oo.ss. e di tutto il settore educativo e scolastico di Roma Capitale , le eventuali iniziative che verranno intraprese a seguito dello stato di agitazione non andranno ad aggravare ulteriormente le già precarie condizioni del servizio ai bambini e alle famiglie”.

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