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Rapporto annuale Istat: visite mediche ko e occupazione in abito nero

Presentato a Montecitorio il rapporto annuale dell’Istat che fotografa un Paese in cui la fiducia accenna a farsi vedere, ma con pochi nati, situazione occupazionale non rosea e crollo delle visite mediche

Presentato a Montecitorio dall’Istat il  “Rapporto annuale 2021. La situazione del Paese”. Sono in particolare le prestazioni ambulatoriali e specialistiche a caratterizzare l’Italia: sono crollate del 20,3% rispetto all’anno precedente. La diminuzione delle visite riguarda in modo notevole la fascia di età pediatrica,  un calo del 33%, cioè i bambini non vengono portati dagli specialisti.

Nel primo trimestre dell’anno si registrano forti miglioramenti nella manifattura, nelle costruzioni e in alcuni comparti del terziario, con prospettive di brevissimo periodo decisamente positive, aumentando il clima di fiducia tra aziende e popolazione. Ma, nonostante un moderato recupero occupazionale nei mesi recenti, a maggio ci sono stati 735mila occupati in meno rispetto a prima dell’emergenza. Sul fronte dei prezzi, la dinamica è stata quasi nulla nel 2020 ma nei primi mesi del 2021 la risalita del prezzo del petrolio e il recupero dell’attività hanno alimentato moderate spinte inflazionistiche. Il deficit pubblico è salito al 9,5% del Pil che dopo la caduta dell’anno passato (a -8,9%) l’Istat prevede rialzarsi al 4,7% (un po’ meno rispetto alle analisi di Commissione Europea e Governo). Rimane netto il calo dei consumi, soprattutto al Centro e al Nord, anche perché la disponibilità di reddito delle famiglie è molto diminuita. Si conferma la tenuta delle spese per alimentari e per l’abitazione e la riduzione di tutte le attività legate a spostamenti, cultura, tempo libero. La povertà è in crescita.

Pur se c’è una moderata ripresa, segnala il rapporto, gli effetti della pandemia hanno impattato pesantemente sul sistema produttivo italiano. Nella manifattura l’aumento dei ricavi ha coinvolto quindici settori su ventitré, ma solo nove, che pesano per oltre il 40% sull’indice di fatturato totale, sono tornati ai livelli pre-crisi. A rischio la solidità delle imprese, in prima linea quelle micro fra tre e 9 addetti. Si aspetta con ansia (copione ripetitivo) la svolta di risorse e progetti dai fondi europei.

Crollati i matrimoni e le nascite: nel 2020 in diminuzione del 3,8% rispetto al 2019 e quasi il 30% a confronto col 2008, ma c’è stato un leggero recupero di nuovi nati da marzo 2021.

 

 

 

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