Scoperto carico destinato alla Magna Grecia

La merce di una nave corinzia del VII sec a.C. studiato nei laboratori della Soprintendenza nazionale per il patrimonio subacqueo, consente agli storici di esplorare il commercio tra Corinto e la Magna Grecia.

A volte il passato emerge improvvisamente. Infatti, sono state recuperate negli abissi del Canale di Otranto all’incredibile profondità di 780 metri anfore e brocche ma pure un gran quantità di coppe in ceramica fine destinate alla tavola dei più danarosi, ancora impilate e “confezionate” all’interno di grossi vasi usati per proteggerle dal rischio di incidenti durante il lungo viaggio in mare. Oltre a resti di alimenti, come le olive. Il carico di una nave corinzia del VII sec a.C. studiato nei laboratori della Soprintendenza nazionale per il patrimonio subacqueo, permette agli storici di esplorare il commercio tra Corinto e la Magna Grecia. Retrodatandone l’inizio proprio ai primi anni del VII sec. a. C. Tra tutti l’oggetto forse più interessante è il pithos, ovverosia la grande giara in coccio.

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FGI

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