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Povertà alimentare: a rischio 4,8 milioni di italiani

Rincari dei prezzi, inflazione, pandemia: si taglia tutto, anche l’essenziale a tavola. Ma il cibo, nel 2021, è diventato la prima ricchezza dell’Italia per un valore di 575 miliardi di euro

 

Nei prossimi mesi sono almeno 4,8 milioni gli italiani a rischio di povertà alimentare: inflazione, rincaro dei beni di prima necessità, redditi in caduta libera, pandemia, un insieme di cause che fanno tagliare dalla tavola anche l’essenziale da mettere nel piatto. Emerge dal primo Rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani nel post Covid. Basta infatti un semplice (si fa per dire) aumento dei costi dei beni alimentari e la garanzia dei pasti sparisce per una buona fascia di popolazione. Un 17,4% di connazionali rimane comunque consapevole di doversi contenere nelle spese minime, tra casa e alimentazione, per la “paura di non farcela”. Non sono sufficienti i sussidi da parte dello Stato né la rete di solidarietà (quando c’è) di famigliari e amici. E fare i conti con l’effetto dell’impennata dei costi energetici non è facile. Questo ad esempio, per quanto riguarda le aziende rurali, quelle che permettono di avere ogni giorno frutta e verdura nei negozi e supermercati, incide anche sui costi di produzione e sui bilanci delle imprese, dai carburanti ai fertilizzanti, dalle macchine agli imballaggi fino ai mangimi per alimentare il bestiame. Nonostante la pandemia e le fiammate inflazionistiche, dice la ricerca, nel 2021 il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia per un valore di 575 miliardi di euro, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente. Il risultato è che il made in Italy vale quasi un quarto del Pil nazionale.

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