Monterotondo, Cinzia Fiorato rilancia: “La criminalità c’è”

La giornalista risponde così al sindaco che invita a "non gettare più fango su Monterotondo"

Cinzia Fiorato, la giornalista che da mesi denuncia la malamovida e  sabato notte si è ritrovata la Land Rover di famiglia in fiamme torna a parlare di criminalità a Monterotondo rilanciando la sfida contro il sindaco Riccardo Varone  ormai pronto a denunciare chi getta fango sulla città“.

Un giorno la criminalità che oggi rende invivibili alcuni quartieri si prenderà l’intera città“, ha rilanciato oggi con un post la Fiorato, ieri ospite in tv insieme al marito, l’avvocato Vincenzo Iacovino, in una sorta di faccia a faccia col sindaco.

MONTEROTONDO – Malamovida, faccia a faccia in tv tra sindaco e giornalista – VIDEO

Ed ecco il lungo sfogo della giornalista: “Persone che per difendere l’amministrazione scrivono madrigali su cosa è stato Monterotondo trenta anni fa quando erano piccoli o ragazzi. Gente irresponsabile che scrive pubblicamente che la notizia di un attentato incendiario a una giornalista del servizio pubblico e a un avvocato è solo un modo per alzare lo share, quindi devo dedurre anche le vendite di tutte le maggiori testate italiane che ne stanno scrivendo da giorni. Politici che sminuiscoo la portata di quanto sta accadendo e per farlo parlano di una città che non esiste più da molto oramai. Associazionismo complice di mistificazioni pericolose. Un sindaco che ci accusa di buttare fango sulla città. Segnateveli questi nomi quando la criminalità che oggi rende invivibili alcuni quartieri si sarà presa l’intera città, perché allora queste stesse persone faranno proclami e diranno menzogne, come le stanno dicendo ora.

“LA CRIMINALITA’ PRENDE PIEDE”

La criminalità prende piede per colpa consapevole di questa politica che nega l’evidenza e per trasformare tutto in campagna elettorale per se stessa o per chi vuole appoggiare, espone le vittime a pericoli ancora maggiori. Noi abbiamo subito un attentato e stiamo raccogliendo le testimonianze di tutti quelli che prima di noi hanno avuta la macchina data alle fiamme per aver chiesto legalità. Sono tanti, direi anche troppi per essere una cittadina a pochi km da Roma.

Chi nasconde quello che sta accadendo è complice e, se con ruoli istituzionali, ancora più colpevole. Basta con la vostra retorica propagandistica. Qui saltano in aria le macchine, vergognatevi per quello che scrivete. Ora sarà ancora più evidente chi fa politica onestamente e chi solo per difendere i propri interessi. Ai miei concittadini dico: fatevi sentire, non lasciate che questo crimine che riguarda tutti noi diventi un’arma per calunniare chi lo ha subito e non per perseguire che lo ha commesso“.

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Il sindaco Varone da parte sua aveva annunciato azioni legali in caso di nuovi attacchi o diffamazioni. “Gli eccessi della malamovida sono un aspetto già più volte da noi segnalato alla prefettura. Ma la città non è in mano alla criminalità. Basta fango“.

Intanto i carabinieri indagano sull’atto incendiario nel quale sono andate a fuoco anche altre due auto. Gli investigatori non escludono nemmeno la pista legata a una intimidazione al marito, un giuslavorista.

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