Michele Iori: il podista di Castel Madama che non smette di correre (e di vincere)

Il podista castellano ora si sta preparando per i mondiali: 81 anni sempre in corsa

Michele Iori, detto “Lino”, ha 81 anni, zero voglia di fermarsi e due passioni che gli danno la carica: la montagna e la corsa.
La sua vita è un alternarsi di escursioni, gare in montagna, allenamenti: la corsa è la costante che lo accompagna da più di mezzo secolo.

La forza e la tenacia gli permettono di gareggiare contro atleti più giovani, e di portare a casa ottimi risultati: infatti l’ultima gara disputata lo ha visto arrivare secondo nella categoria over 65.

Come è iniziato tutto?

Quando per la prima volta ho visto Spina Santa, la “balena”, la “mia” montagna, vista dalla finestra della mia casa d’infanzia: lì ho fatto la mia prima escursione.
Poi nel 1961 mi arruolo nella guardia di finanza e vengo assegnato nella Valtellina. La scelta della guardia di finanza non è stata casuale: sapevo che mi avrebbero mandato in montagna, che a me piace tanto. Non mi bastavano più le montagne di casa.
In questo periodo faccio un corso di sci a Bormio e vengo assegnato allo Stelvio, dove comincio a fare molte escursioni.
Al Foscagno, quando lavoravo in dogana, correvo già. Poi mi hanno mandato a San Martino in Val Misino, dove ho conosciuto mia moglie durante una delle mie corse.
Addirittura, quando mi spostarono sul Vincino, per andare a trovare la mia fidanzata, oggi mia moglie, percorrevo il tragitto correndo.

Qual è stata la prima corsa?

La prima corsa l’ho fatta in Valtellina, era una corsa di finanzieri. Arrivai terzo ma i primi due erano già nel gruppo sportivo dei finanzieri.
Ho continuato a correre anche una volta tornato qui: le prime gare qui le ho fatte negli anni 70.
Il mio primo campionato italiano di corsa in montagna è stato nel 1988 e anche il primo premio vinto: al ritorno da Castel Madama sono stato accolto dal sindaco.
Ho vinto 10 campionati italiani nelle mie categorie: 6 short trail e 4 maratone estreme di 42 chilometri in montagna ma anche mondiali. Non ho fatto molte gare, più che altro erano mirate.

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C’è tanta preparazione dietro alle gare?

Sì, ti devi allenare molto. Per la preparazione chi mi consiglia su alimentazione e integratori è Piero Tornaghi, il farmacista.
Mi preparo tutti i giorni, anche con la pioggia. Ogni giorno se ne vanno 2/3 ore: magari arrivo fino a Guadagnolo e ritorno, oppure corro nei territori dell’Università Agraria, partendo dal boschetto.
Ultimamente mi alleno due volte al giorno. Prima di partire, o dopo, faccio un’ora di yoga. Tutte le mattine vado in montagna e arrivo fino a Colle Cento Piano, noi lo chiamiamo Macchia Rotonda. Il pomeriggio invece corro su strada.
Tra l’altro l’Università Agraria, la provincia e il CAI mi hanno dedicato un sentiero che sale da Valle Caprara fino a Spina Santa: Qualcuno ha detto: “ma perché? Ai vivi non si dedicano queste cose”.

L’ultima gara?

L’ultima gara che ho fatto, il Millenium Palombara Monte Gennaro e ritorno, non aveva la mia categoria e mi hanno messo negli Over 65. Sono arrivato secondo.
Nel settembre del 2022 dovevo partecipare al Mondiale in Irlanda, ma al momento dell’iscrizione scopro che si poteva partecipare fino ai 79 anni. Avevo fatto una lunga preparazione e quindi, anche per scaricarmi, sto facendo un po’ di gare.
Al mondiale in Irlanda avrei vinto con facilità la mia categoria: nell’ultimo mondiale in Slovacchia, che ho vinto, avevo 5 minuti e 20 di stacco dal secondo.

Dove trova questa voglia di correre?

La passione l’ho sempre avuta però è la montagna che mi appassiona. È per questo che faccio corse in montagna. Solo alcune volte faccio corse su asfalto per sviluppare velocità, mentre in montagna si sviluppa potenza.
Ho anche allenato tanti giovani, che magari adesso non corrono più, soprattutto le donne sono le più penalizzate tra lavoro, figli e casa.
Anche la musica mi carica, soprattutto quando devo allenare la velocità, ascolto tarantella, twist che sono movimentate. In montagna invece devo sentire tutti i rumori che produce e magari fermarmi a guardare il panorama. Mi capita di incontrare anche i lupi, sono loro amico ormai.
Poi ho anche un rifugio che ricorda quello del Vincino: non c’è elettricità o acqua corrente. Uso candele e cisterne, come quando ero finanziere. Vado lì correndo, mi ricorda le Alpi. Il luogo dove si trova il rifugio è stato rinominato “Cima 11”, per via di Antoniuccio ‘e Cocco che aveva combattuto proprio a Cima 11.

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Il premio e gara più soddisfacente?

Il campionato mondiale è la massima soddisfazione. A livello simbolico, quando ho fatto la corsa del partigiano, Poggio Mirteto-Monte Tancia. Fui premiato dalla sindaca e dal capo dei partigiani con un bel premio. Ricordo che appena scoperto il mio orientamento politico, la sindaca mi abbracciò.
Però sono anche molto soddisfatto di aver guidato le classi quarte e quinte elementari alla scoperta delle montagne qui intorno: a Natale poi, abbiamo organizzato una tombola associando le montagne ai numeri con la maestra Novella e la maestra Teresa.

La prossima gara?

Mi sto allenando in vista del mondiale 2023, non so ancora dove si svolgerà. Se avessero accettato la mia richiesta per il mondiale 2022, forse sarei stato il primo ottantenne a correre il mondiale. Molti diventano campioni virtuali se non ci sono altri sfidanti della stessa categoria.

Per preparare altre persone, qual è il programma da seguire?

Si inizia camminando, poi si alterna corsetta leggera a camminata. Le cose poi vengono da sé, soltanto che ci vuole molta attenzione, si deve arrivare gradualmente, senza strafare: altrimenti ci si fa male, arriva la tendinite.
La corsa rende più felici, produce endorfine. Infatti, quando mi sono fermato per il covid, facevo avanti e indietro in terrazza. La corsa aiuta a scaricare e superare tante cose.

Com’è stato passare dalla montagna al lavoro in fabbrica?

È stato molto brutto. La corsa mi ha aiutato molto: correvo quando non ero di turno. È stata dura, ma era necessario per la famiglia. Ora sono in pensione da 23 anni e non voglio fare altro se non corsa e yoga. La corsa mi ha aiutato sempre nella vita. (di Camilla Nonni)

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