I soccorritori lo hanno ritrovato senza vita nel terreno del suocero. Ma dell’anziano non c’era già più traccia.
E’ morto così, freddato a colpi di fucile, Massimiliano Moneta, romano di 57 anni, da almeno 13 residente a Marco Simone Vecchio, quartiere residenziale di Guidonia Montecelio.
La vittima, Massimiliano Moneta di Marco Simone, in una foto d’archivio del 2010 tratta dal settimanale Tiburno
Il delitto è stato consumato ieri, martedì 11 aprile, a Vada, una frazione di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno, nel podere di proprietà del suocero, Antonino Fedele, 80enne originario di Rizziconi, provincia di Reggio Calabria, da tempo residente in Toscana e fratello del più noto Michelangelo Fedele (completamente estraneo all’omicidio, ndr) e considerato un affiliato al clan di ‘Ndrangheta della famiglia Piromalli.
L’anziano Antonino Fedele risulta attualmente ricercato dai carabinieri.
Secondo una prima ricostruzione dei militari dell’Arma, verso le 13,15 di ieri alcuni abitanti nei terreni confinanti a quello di Antonino Fedele hanno udito i colpi di fucile e allertato i soccorsi.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri e l’ambulanza del 118, ma per Massimiliano Moneta non c’era più niente da fare: i colpi erano stati esplosi da distanza ravvicinata e non gli hanno lasciato scampo.
Stando sempre ad una prima ricostruzione, l’omicidio sarebbe maturato al culmine di un diverbio tra Massimiliano Moneta e Antonino Fedele.
Pare che i rapporti tra i due fossero tutt’altro che idilliaci: Moneta era infatti in fase di separazione dalla moglie insieme alla quale ha abitato a Marco Simone Vecchio e sembra che proprio in questi giorni fosse prevista un’udienza per sancire la fine di un matrimonio, funestato da denunce.
Saranno le indagini coordinate dal sostituto procuratore di Livorno Pietro Peruzzi a fare piena luce su dinamica e movente dei fatti.
Decisiva sarà la versione del suocero, proprietario del terreno in cui Massimiliano Moneta è stato freddato: ma Antonino Fedele è ancora uccel di bosco.