CAPENA - Investe l’automobilista che non vuole compilare il Cid: condannato

Un 27enne italiano dovrà scontare sei anni di carcere per tentato omicidio

In aula ha riconosciuto di aver sbagliato e ha chiesto scusa al rivale, ma non è stato sufficiente per evitare una pena esemplare.

Così ieri, lunedì 5 giugno, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado Francesco M., 27enne italiano di Capena, a sei anni di reclusione per tentato omicidio nei confronti di un automobilista al culmine di un litigio per motivi di viabilità.

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Camilla Amedoro e Giovanni Petroni – ha condiviso in parte la ricostruzione della Procura di Tivoli che ha richiesto una condanna a 7 anni e 2 mesi, assolvendo l’imputato dal reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone perché il fatto non sussiste.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Tivoli, il fatto risale al 16 aprile 2019, quando in via Giacomo Matteotti a Capena Francesco M. iniziò una lite con un 36enne italiano, anche lui residente in paese.

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Il primo, a bordo di una Alfa Romeo, sosteneva che il 36enne al volante di una Volvo lo avesse urtato.

L’automobilista negò qualsiasi responsabilità e si rifiutò di compilare il Cid e di denunciare il sinistro a suo carico. A quel punto, il diverbio stradale degenerò.

Francesco M. salì al volante della sua Alfa e dopo una manovra puntò dritto contro il rivale investendolo.

Sul posto intervenne un’ambulanza che trasportò la vittima in ospedale in prognosi riservata e una pattuglia della Polizia Locale di Capena che ricostruì la dinamica attraverso le testimonianze dei presenti e le registrazioni delle telecamere di video-sorveglianza di via Matteotti.

Le immagini non hanno lasciato spazio a dubbi né per la Procura, tantomeno per i giudici che ieri hanno condannato l’imputato.

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In aula Francesco M. ha giurato che la sua intenzione era soltanto di spaventare il rivale, ma non di ucciderlo, tant’è che frenò prima dell’impatto.

Una frenata che forse ha evitato il peggio per la vittima, costituitasi parte civile attraverso l’avvocato Alessandro De Angelis di Roma. “Il mio assistito – ha detto il legale a margine del processo – ha riportato danni cerebrali e oggi ha problemi di memoria e di concentrazione”.

Francesco M. è stato condannato al pagamento delle spese processuali e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

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