MONTEROTONDO – Invasione dei paracadutisti nazisti, il Comune omaggia i caduti

Celebrato l'81esimo anniversario dell'epica Battaglia del 9 e 10 settembre 1943

“Una delle pagine più significative, dolorose, drammatiche eppure eroiche, della storia della nostra Comunità cittadina.
Preservare il valore della memoria e attualizzarne il senso, ogni giorno, sul piano istituzionale e su quello individuale, per essere degni del sacrificio dei nostri padri e delle nostre madri”.
Con queste parole l’amministrazione comunale di Monterotondo ha celebrato l’80esimo anniversario della Battaglia di Monterotondo del 9 e 10 settembre 1943.
Stamane, lunedì 9 settembre, si è svolto l’evento di commemorazione dei caduti, organizzato dal Comune di Monterotondo in collaborazione con ANPI Monterotondo Sezione Edmondo Riva che hanno deposto la corona di alloro al monumento ai caduti del Giardino del Cigno.
La cerimonia è stata presieduta dall’assessore ed ex sindaco Mauro Alessandri alla presenza di rappresentanti della Polizia Locale, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dell’Associazione Arma Aeronautica di Monterotondo.

 

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“Prima dell’8 settembre 1943ha raccontato il giornalista Giancarlo Martini – nel Palazzo Comunale era insediato il Quartier Generale delle Forze Armate Italiane sotto il comando del generale Roatta, che aveva l’abitazione personale a villa Betti, posta a mezza strada fra Monterotondo e Mentana.

Vi rimase sino all’annunzio dell’armistizio; l’intero Comando seguì poi le alte cariche dello Stato nella fuga al Sud.

All’alba del 9 settembre, dopo un mitragliamento a bassa quota, i tedeschi lanciarono nell’area di Monterotondo un battaglione forte di 800 paracadutisti, con il compito di occupare il Castello Orsini, “sede di campagna” dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano. Il dispositivo di difesa, di cui faceva parte la 2/a Compagnia Carabinieri SMRE, contrastò energicamente l’attacco nemico, dando modo allo Stato Maggiore di trasferirsi, con tutti gli archivi, in zona più sicura.

I tedeschi, dopo un relativo successo, che consentì loro di penetrare nel Castello a pomeriggio inoltrato, vennero chiusi dalla morsa delle nostre truppe e poterono uscirne soltanto dopo che, per l’evolversi della situazione a Roma, vennero raggiunti accordi col feldmaresciallo Goering.

Dei 107 carabinieri della Compagnia che partecipò alla difesa di Monterotondo, 14 rimasero feriti. L’azione costò ai tedeschi ben 300 uomini”.

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