Si chiama metaldeide, è un prodotto chimico comunemente utilizzato come componente principale nei lumachicidi, ha la forma di esche granulari azzurro-verdastre ed è estremamente nociva se ingerita o a contatto con la pelle.
Tracce del veleno sono state rinvenute dalle sorelle Francesca e Paola Baldinelli nei pressi di un cassonetto di via del Colle e nel materiale rigurgitato da alcuni gatti randagi che da tempo gironzolavano nel giardino della Chiesa di S
an Silvestro. Per questo Francesca e Paola, 33 e 28 anni, rispettivamente medico veterinario e professionista del settore marketing, hanno telefonato in redazione per denunciare la morte sospetta di uno dei cinque mici, quasi sicuramente avvelenato da metaldeide.
Stando al loro racconto, i fatti risalgono al tardo pomeriggio di martedì 29 maggio. Fatti documentati con una serie di scatti fotografici e in un video choc che ritrae un randagio dal pelo bianco sofferente e disorientato nel giardino vescovile, quasi in preda a un crisi epilettica.
“E’ l’effetto della metaldeide – spiegano le sorelle Baldinelli – l’accidentale assunzione provoca una sintomatologia neurologica molto violenta: spasmi muscolari, contrazioni tonico-cloniche, convulsioni, irrigidimento con iperestensione del capo e della colonna in un tipico atteggiamento ad arco. Tutti sintomi manifestati da quella povera bestiolina indifesa che si è andata a nascondere e chissà dov’è finita”.
Il materiale fotografico e video fornito dalle Baldinelli documenta anche una gatta morente ritrovata sul terrazzo dell’appartamento al piano terra che affaccia direttamente nel giardino di san silvestro. “L’abbiamo soccorsa – raccontano Francesca e Paola – e trasportata in una clinica veterinaria di Roma, ma è deceduta durante il tragitto. Per fortuna siamo riuscite a salvare un cucciolo di un mese che la mamma aveva messo al sicuro nella caldaia sul terrazzo dell’appartamento al piano terra: era semiaperta e all’interno abbiamo rinvenuto materiale rigurgitato di colore azzurro acceso compatibile con la metaldeide”.
Le sorelle Baldinelli hanno fatto anche di più per avere la prova provata che i gatti sono stati avvelenati. “Il materiale ritrovato nella caldaia – spiegano – l’indomani lo abbiamo portato all’Istituto Zooprofilattico di Roma per farlo analizzare insieme alla gatta morta per sottoporre la carcassa alla necroscopia e il materiale rinvenuto all’interno all’esame tossicologico”.
La battaglia di Francesca e Paola non è finita qui. “Andremo dal sindaco Gallotti – annunciano – affinché avvii una campagna di denuncia dei fatti registrati in via del Colle e perché si faccia luce sul grave avvenimento”.
Marcello Santarelli