Palombara – “Io e la musica ci siamo incontrate che ero bambina”

In paese e non solo è il personaggio del momento: brillante, energica, capace di allestire eventi a Roma, in Provincia e in Italia. Monica Paterni, 41 anni, romana d’origine, ha scelto di vivere da oltre dieci anni a Palombara Sabina.

Manager musicale di professione, ama curare anche eventi, tipo matrimoni e battesimi, sempre a livello musicale. Monica è diplomata in ragioneria ed è felicemente sposata con Italo, rappresentante di scarpe. «Faccio la mamma a tempo pieno e mi occupo di eventi musicali per passione, in particolare organizzo manifestazioni jazz», sottolinea la donna.  

 

La musica è il suo primo lavoro o una passione?
“Per me la musica è pura passione, non è il mio primo lavoro. Ho fatto per lungo tempo la commerciante in un paio di negozi di scarpe a Palombara Sabina”.   

 

Come e quando ha incontrato la musica?

“Io e la musica ci siamo incontrate quand’ero bambina, perché ho studiato per quattordici anni danza classica. La musica mi segue sempre durante tutta la mia giornata, appena mi sveglio e faccio colazione, in auto quando esco e la sera prima di addormentarmi. Anche in base al mio umore o stato d’animo, scelgo la mia colonna sonora. Se sono triste mi risolleva, comunque il più delle volte mi rallegra”.     

 

Fra gli eventi che organizza il jazz è protagonista? Se è così, perché?

“Sì il jazz è protagonista, ma non assoluto. A volte spazio anche verso il blues e il pop. Il jazz comunque crea un’atmosfera magica per chi lo suona e soprattutto per chi è lì ad ascoltare il concerto”.

 

Dove cerca gli artisti per il jazz? Ce ne sono di importanti nel nostro territorio, oppure ce ne sono solo a livello nazionale? 

“Gli artisti li incontro dove si fa musica. Molti si seguono da soli, altri chiedono il mio modesto aiuto nell’organizzazione degli eventi che li coinvolge”.  

 

Un artista jazz particolarmente interessante oggi.
“Artisti importanti? Per me lo sono un po’ tutti nel proprio modo unico di esibirsi. Ognuno di loro emana la passione per la musica. Attualmente ce ne sono molti, ripeto. Ma posso parlarvi della mia scoperta Roberta Tassetti, una cantante che ha una dote su tutte: l’umiltà che anche a grandi livelli è sempre un pregio. Poi sconfiniamo con Galliano Prosperi, Sandro Perelli, Ermanno Dodari, Arturo Valiante, Leonardo De Rose e Rosario Fugà”.     

 

L’ultimo evento organizzato e il prossimo, se lo ha in programma.

“L’ultimo evento svolto è stato il 7 dicembre all’enoteca letteraria in via IV Fontane a Roma. In un locale storico, dove ogni nota è assaporata da gradevoli gusti di vino e dolci artigianali. Il tutto circondato da libri storici. I proprietari erano in mezzo a noi, in un ambiente dal carattere familiare. Loro stessi hanno la passione per la musica. Il prossimo evento è in programma per venerdì 21 dicembre sempre in un’enoteca, “Il bicchiere Divino”, gestita da una dolcissima ragazza, di nome Chiara”.  

 

Provi a definire la musica jazz con tre aggettivi.
“Si tratta di un genere di musica che spazia oltre ogni nota: porta emozione, seduzione ed armonia”.   

 

Definisca il suo carattere con tre aggettivi.
“Non amo molto parlare di me, ma posso dire di essere solare, passionale e ribelle”.    

 

Il momento più bello della sua vita.

“Sicuramente il momento più bello della mia vita è stato in sala parto quando ho messo al mondo mio figlio. Ma posso aggiungere che ho avuto la fortuna di averne un altro di momento indimenticabile: è stato il giorno in cui sono entrata in chiesa per diventare moglie di Italo”.   

 

Il sogno?
“Il mio sogno si è avverato e mi ritengo fortunata. Perché sono madre, moglie e ho una casa di legno in campagna a Palombara Sabina. La casetta rustica era l’ultimo sogno da realizzare, quindi oggi è realtà”.   

 

La colonna sonora della sua vita.
“Di colonne sonore non ne ho una in particolare. Amo tutta la musica, nella sua ampiezza. Ma c’è un brano che mi manda in delirio: è di Chet Baker, jazzista statunitense”.  

 

Una battaglia vinta ed una persa.
“Battaglia vinta è sicuramente quella di essere diventata madre, quella persa è la battaglia contro le ingiustizie del mondo”.  

 

L’amore in tempi dove a vincere è l’individualismo.  
“Credo che l’amore oggi si sia perso, nell’essenza del suo vero significato. I ragazzi sono più superficiali, si incontrano su internet, per un  rapporto veloce che coinvolge gli occhi, l’aspetto fisico, il sesso. Pochi sono capaci del sentimento più profondo capace di creare una famiglia duratura. Spesso si sposano con leggerezza e altrettanto spesso si separano. Gli anziani del paese dicono: “ai tempi nostri le cose non si buttavano, si aggiustavano”.
Erano cose alle quali si dava un valore, non eravamo abituati ad acquistare tutto per gettarlo velocemente. Così oggi succede a molte coppie, si prendono e si buttano come fossero cose acquistate al centro commerciale”.

Gino Ferretta

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