Guidonia – Caccia tordi nei campi di Carcibove Per sbaglio rimedia un colpo in faccia

La battuta di caccia era finita, quattro tordi meglio di niente anche per un tiratore come lui, con trent’anni di esperienza sulle spalle. Tanta esperienza che a Costantino Mari domenica scorsa non è servita per evitare una “schioppettata” di fucile in pieno viso sparata da un altro cacciatore a venti metri di distanza.
L’operaio 50enne di Montecelio può raccontare anche quest’esperienza grazie a una fratta che ha attutito la rosa di pallini piovutagli addosso. Così la sua disavventura è finita al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli dove è stato medicato e dimesso con una prognosi di sette giorni.
Stando al suo racconto, tutto si è consumato verso le otto di domenica mattina 20 gennaio a Carcibove, nelle campagne sottostanti Montecelio. Da due ore Costantino, capocantiere della Btr Travertino nella cava di Frediani a Villalba, era insieme al figlio Angelo di 20 anni, impegnati nello spollo dei tordi. La battuta ne aveva fruttati quattro e mentre si dirigevano verso la propria auto parcheggiata su una strada sterrata, l’uomo è stato colpito da sette pallini di piombo, 1,5 millimetri di diametro ciascuno, sparati da un fucile calibro 12.
“Ero a pochi metri dalla mia Opel Corsa – racconta – mentre stavo per salire ho sentito sparare: all’improvviso un forte dolore e il sangue che mi colava sul collo. Ho temuto per i miei occhi, ma fortunatamente sono stato colpito al naso e sul collo. A quel punto mi sono girato e a venti metri ho visto una decina di persone, tra gente di Montecelio e loro amici arrivati dalla Liguria che stavano facendo lo scaccio dei tordi. Uno di loro mi ha accidentalmente sparato in faccia”.
Si tratterebbe di un sessantenne di Genova che appena ha sentito le grida della vittima si è avvicinato per sincerarsi delle condizioni di salute di Mari. “Quell’uomo ha sparato basso da venti metri di distanza – specifica Costantino – era coperto da una frasca che per fortuna ha attutito i colpi, altrimenti avrei avuto la peggio. Si è giustificato con le lacrime agli occhi e così da parte nostra non c’è stata nessuna reazione. Mio figlio mi ha accompagnato all’ospedale, dove mi hanno sottoposto a una lastra alla testa per scongiurare complicazioni. Lunedì ero già al lavoro in cava, certo è che poteva finire in tragedia. Ora sto meglio, ma la paura è stata tanta. In trentatre anni di caccia non mi è mai capitato un incidente simile”.

Gino Ferretta

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