India on the road: “Viaggiare è sfidare se stessi”

Come è nata l’idea di questo viaggio?
Carlo: È nata un po’ all’improvviso, ci siamo conosciuti sul campo di atletica e allenandoci insieme abbiamo scoperto di avere in comune oltre allo sport anche la passione per i viaggi. Luca era stato in America e Sudamerica e io   sono un appassionato del continente asiatico, sono stato in Iran, Corea del Nord, Kurdistan e Cina.
Luca: Raccontandoci le nostre esperienze abbiamo pensato che sarebbe stato bello diventare compagni di viaggio e partire insieme, anche se effettivamente ci conoscevamo ancora poco.

IMG-20170109-WA0021Perché avete scelto l’India come destinazione?
Carlo: Perché è una terra che unisce le nostre due passioni:  il fascino di una cultura millenaria e soprattutto della religione buddista e i paesaggi sconfinati delle montagne più alte del mondo, che costituiscono una bella sfida per chi ama lo sport come noi.
Luca: In particolare abbiamo scelto di esplorare la regione del Ladakh, una delle più mistiche e misteriose dell’India, una zona poco turistica caratterizzata da montagne altissime, piccoli villaggi e monasteri buddisti quasi inaccessibili.

IMG-20170109-WA0032Come avete esplorato la regione?
Abbiamo cercato di conoscerla in tutti i suoi aspetti. Abbiamo fatto un trekking di tre giorni sulle montagne percorrendo 25 km al giorno: a 4000 metri di altitudine lo sforzo fisico è stato davvero notevole anche per due sportivi come noi ma ne è valsa la pena, dormire in tenda circondati da quella natura spettacolare è un’esperienza impagabile! Poi ci siamo immersi nel clima di spiritualità locale e abbiamo avuto l’onore di conoscere il Dalai Lama e partecipare a due giorni di ritiro spirituale. Infine abbiamo percorso con una moto affittata una strada celebre quanto pericolosa: la “Leh-Manali highway” che attraversa 4 dei 5 passi carrozzabili più alti del mondo. Sono 450 km di curve su strada sterrata attraverso gole profondissime. Abbiamo impiegato due giorni con non poche difficoltà: dal mal di testa per l’altitudine ai problemi al carburatore per il poco ossigeno dell’aria.  

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IMG-20170109-WA0028Avevate pianificato l’itinerario nei dettagli o vi siete lasciati sorprendere dall’avventura?
Luca: Decisamente all’avventura: avevamo studiato il percorso, ma non avevamo nessun albergo prenotato, per questo il 90% del viaggio è stato deciso sul momento. Ci piace lasciarci sorprendere da ciò che il viaggio ha da offrire.
Carlo: Ovviamente questa scelta può sembrare un po’ folle e ha dei costi che si pagano in termini di comodità, ma ripaga in emozione, sorpresa e imprevedibilità. Non ce ne siamo mai pentiti.

IMG-20170109-WA0035L’esperienza più bella che avete fatto durante il viaggio?
Un’esperienza che ci ha sorpreso molto positivamente è stata il viaggio in autostop con cui siamo tornati dalla regione Ladakh a Nuova Deli. Abbiamo scoperto una popolazione estremamente disponibile ed accogliente, non appena ci vedevano con gli zaini ai lati della strada tutti si fermavano per darci un passaggio, anziane che andavano a fare la spesa, camionisti e ragazzi. Ognuno raccontava qualcosa delle loro tradizioni, del luogo, della religione e ci sentivamo come degli ospiti in visita a un vecchio amico.

 

IMG-20170109-WA0033Quali sono state le difficoltà che avete dovuto affrontare?
Carlo: Entrambi abbiamo avuto qualche problema di salute nel corso del viaggio, fortunatamente mai insieme, a causa dell’acqua e del cibo a cui non siamo abituati. La difficoltà principale però è stata attraversare climi diversi in un solo viaggio: dal deserto secco della montagna fino al clima tropicale di Varanasi e Deli dove ai 40 gradi di temperatura si aggiungeva il 100% di umidità, un vero bagno turco!
 Luca: Inoltre chi va in India deve essere preparato a condizioni igieniche pessime, animali e persone si mescolano in città sovraffollate vivendo praticamente insieme. Una scena simpatica è stata ad esempio trovarsi una scimmia nel balcone della camera dell’ostello a Varanasi, sembrava di essere nel Libro della Giungla!

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IMG-20170206-WA0003Perché consigliereste un viaggio in India?
Per la grande ospitalità, l’incredibile bellezza dei paesaggi, la diversità culturale che conta 80 lingue ufficiali e 1200 dialetti, una cultura millenaria che ti lascia spiazzato. Inoltre le loro credenze che sono affascinanti quanto strane: comportamenti che a noi possono sembrare irrazionali per loro hanno precise motivazioni, credono all’anima delle piante e degli animali, ai curatori, alle benedizioni miracolose.

Dopo quest’ultima esperienza aggiungete un altro capitolo al vostro amore per i viaggi… cosa vi piace di più del viaggio?
Luca: per me viaggio è avventura, farsi sorprendere, mettersi alla prova anche fisicamente sfidare i propri limiti, scoprire nuovi orizzonti.
Carlo: per me il viaggio è una condizione mentale, ti fa vedere infinite possibilità infinite in ciò che ti sta intorno, ogni cosa e persona può essere una scoperta.

IMG-20170109-WA0034Vi siete sentiti diversi al ritorno?
Carlo: Assolutamente sì, pensiamo che ogni viaggio cambi il modo in cui guardi la tua vita e la tua quotidianità. In particolare l’esperienza in India ci ha insegnato a distinguere tra l’essenziale e il superfluo. Luca: Oggi riusciamo ad affrontare con maggiore serenità quei piccoli problemi quotidiani che prima ci sembravano insormontabili, forse perché abbiamo una maggiore consapevolezza di ciò che è davvero importante.

Siete tornati da poco ma già avete voglia di ripartire… quale sarà la prossima meta?
Ci piacerebbe molto realizzare un reportage in Kenya, nella zona in cui nascono tutti i più grandi campioni olimpionici di atletica. Per noi che siamo atleti avere la possibilità di osservare da vicino come si allenano, come crescono o magari anche di allenarci con loro sarebbe davvero un sogno.

 

Di Elena Giovannini

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