“Calamite”, il libro dello scrittore-viaggiatore.

I provenienti della raccolta di 10 racconti andranno ad un'associazione per disabili

Si autodefinisce uno scrittore-viaggiatore che scrive per beneficenza. Luca Di Bianca di Guidonia, 40 anni compiuti a luglio, una compagna e una figlia, è laureato in Scienze Storiche, ma lavora come operaio presso la Trelleborg Wheels System di Villa Adriana e mantiene viva la sua passione per i viaggi collaborando come Tour Coordinator presso Viaggi Avventure nel Mondo.

Scrive per beneficenza e anche i suoi viaggi spesso hanno un carattere benefico in fatti è stato attivista e volontario in campi profughi e orfanotrofi. Domenica 13 settembre alle ore 21 presso “EcOfficina” di ViaRoma 245/B a Guidonia Luca ha presentato “Calamite –Storie Portate dal Viaggio”, una raccolta di 10 racconti di fantasia accompagnati da immagini, ambientate in diversi paesi visitati dall’autore, i cui personaggi e la trama sono completamente inventati. Per l’occasione Di Bianca racconterà una di queste storie con la proiezione dei suoi scatti fotografici e l’accompagnamento musicale del cantautore guidoniano Francesco “Frank”Polucci.

L’evento si è svolto con la collaborazione di “Lettori Virali”,un’ associazione culturale di Guidonia nata per promuovere la lettura nel territorio.
Per Luca Di Bianca si tratta del quarto libro edito, completamente autoprodotto a differenza dei
precedenti “Corridoi Ascensionali” del 2008, “Il Cacciatore Errante”del 2014 e “L’Equilibrio Molteplice dell’Uno”del 2016.
Ma come le altre sue opere anche stavolta i proventi della vendita dei libri verranno donati ai “Cieli Azzurri”, l’Associazione di volontariato
che aiuta i ragazzi diversamente abili presso il suo centro diurno invia Trento60 a Villalba, per questo domenica sera il presidente Emanuela Bracchitta e alcuni volontari erano presenti all’evento all’aperto per un massimo di 60 persone.

Luca, che significato ha il titolo “Calamite”?
“Quante volte mi sono sentito dire “riportami qualcosa”, quando sono sul punto di partenza,“riportami un souvenir, una calamita!”.
Non posso dire che non lo faccio,perché ogni volta che torno da un viaggio, i miei poli magnetici si ritrovano addosso immagini, racconti, incontri storie, profumi, musiche, calamite che vengono dalle avventure trascorse; questo è quello che porto dal viaggio, racconti inventati intrisi dall’esperienza vissuta, questi sono i miei gioielli. Queste calamite che riporto dai viaggi quindi non si attaccano sul frigo, sono storie che rimangono attaccate all’anima che rimangono in vita solamente se vengono sublimate, trasformate in immagini e storie inventate”.

A chi è indirizzato?

“Tra i destinatari principali ci sono anche i bambini, dato che sono i protagonisti di tutte le storie, ma è adatto a tutte le età, sooprattutto a chi non ha mai smesso di sognare e a chi non si arrende di credere in un mondo migliore. Con le mie precedenti opere è nato un progetto di “musica – immagini – parole” che ho messo in scena  a teatro e in diversi palcoscenici di Roma e dintorni, compreso il carcere di Rebibbia e diversi istituti per recupero. Ma gli ascoltatori che più mi hanno emozionato sono stati i bambini delle scuole elementari e medie dove ho fatto degli interventi e particolari progetti.

Perché?

“Perché i bambini hanno un cuore puro,non sono ancora inquinati dal barbarismo crescente della nostra società; ricevono subito il messaggio che gli vuoi dare, in maniera diretta. Sono abbastanza grandi da capirlo, ma non troppo grandi come gli adulti che tendono a snobbarti perché hanno altro di importante e futile da fare, arresi ormai davanti alla fantasia; imbruttiti, imbarbariti da tutto ciò che ci circonda, chiusi sempre di più nel proprio piccolo recinto di cose inutili. Un altro motivo che mi spinge ad indirizzarlo ai bambini è mia figlia, nata da poco. Non ho mai avuto una televisione perché l’ho sempre vista come un elemento di disturbo, come strumento che ti rende passivo; ho sempre preferito i libri, e raccontare le mie storie a lei è il mio più grande sogno. Spero di riuscire a farla appassionare alla vita, ad evitare che si rincurvisca come le possibili generazioni future su quei cellulari che custodiscono una finta copia della vita reale, che distrugge la fantasia e la creatività ed ostacola il partorire della propria personalità. Spero di riuscire a farla appassionare al viaggio inteso come crescita, perché viaggiare significa uscire dal proprio recinto, incontrare persone diverse che possono insegnarti qualcosa di nuovo, perchè aiuta a sognare, ti forma e rafforza i pensieri, ti insegna che siamo una grande comunità e tutte le persone del nostro pianeta meritano rispetto e dignità. Spero di riuscire a farla appassionare al viaggio, perchè viaggiare è un privilegio e ci può far diventare delle persone migliori, ed iniziare a leggere una storia è il primo passo per questa importante ambizione.

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