Più che variante è costante

Secondo la stima dell’Istituto Superiore di Sanità in Italia siamo arrivati al 17,8% di diffusione della “variante inglese”

Sono stati selezionati i sotto-campioni di casi positivi. È stato sequenziato il genoma del virus. 852 campioni analizzati per 82 laboratori provenienti da 16 regioni e province autonome. L’Italia oramai è in linea con i dati di altri paesi europei. “Il risultato dell’indagine ci dice che in Italia, così come nel resto d’Europa (in Francia la prevalenza è del 20-25%, in Germania del 30%), c’è una circolazione sostenuta della variante, che probabilmente è destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi. La necessità di monitorarne attentamente la prevalenza deriva dalla sua maggiore trasmissibilità rispetto al virus originale”. Insiste il report della ricerca.
Secondo le stesse stime, le vaccinazioni restano comunque efficaci anche contro il virus mutato. Nei prossimi giorni l’indagine sarà ripetuta, per verificare la velocità di diffusione della nuova variante. Il virus muta continuamente e sono già state isolate centinaia di varianti, anche se la maggior parte di queste non cambia le caratteristiche del virus.
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