Corsa all’approvvigionamento di vaccini per la quarta ondata

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ne vuole moderare l’incetta nei paesi industrializzati, l’Istituto Superiore di Sanità teme che l’Africa resti al di fuori del circuito di immunizzazione

 

Quel che non è successo finora rischia di succedere adesso. La corsa a voler chiudere l’immunizzazione grazie ai vaccini nei singoli paesi porta alla corsa per l’acquisizione di nuove dosi per assicurarsi, in casa, l’effetto gregge. L’effetto di mercato che si determina quindi è il rialzo dei prezzi e la possibilità esclusiva dei paesi più ricchi di fare incetta di vaccini per fronteggiare la cosiddetta quarta ondata. Ed è per questo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) chiede ai paesi più ricchi di non somministrare le terze dosi di vaccino almeno fino a settembre. Si vuole dare la possibilità ai paesi più poveri di avere dosi sufficienti.

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Ed è per questo che l’OMS ha rivolto un appello ai paesi più ricchi. Guardando al mondo l’Organizzazione della sanità vuole immunizzare il mondo, prima che sia immunizzato solo un singolo paese. Avere dosi a sufficienza per vaccinare anche la popolazione dei paesi più poveri. È così che, secondo il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, per settembre almeno il 10 per cento della popolazione di ogni paese del mondo sia vaccinata. (La logica del tutti un poco poveri per evitare l’ignominia etica dei ricchi).

Ma la vera contraddizione globale consiste nel fatto che mentre si discute su come immunizzare si fa la conta dei morti. E sono in crescita. Attualmente nel mondo sono stati superati i duecento milioni di casi di Covid. Lo ha calcolato la Johns Hopkins University. Siamo arrivati a 200.014.602 contagi. A guidare la classifica sono gli Stati Uniti con 35.292.721 casi. Quattro milioni e mezzo i morti: 4.252.873. Gli States sono al primo posto anche in questa indesiderata classifica con 614.666 vittime.

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Un tempo il capitalismo viveva l’incoerenza tra bisogni e beni disponibili. Ora sostiene la contraddizione tra ossessione di governare la crisi e pulsione di vita, i cui meccanismi cerebrali ne negano la continuità.

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