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Pensione, pensione! Sta per toccare ai bidelli e ai macellai, inseriti nella categoria dei lavori gravosi

Il Governo lavora a una super Ape sociale per estendere la pensione a diverse categorie di lavoratori che svolgono attività usuranti

 

Il Governo sta lavorando a una super Ape sociale, ovvero la possibilità di andare in pensione a 63 anni (con almeno 36 anni di contributi) per alcune categorie di lavoratori che svolgono attività gravose: si tratta come si sa di una indennità ponte, con il massimo di 1500 euro lorde, fino al conseguimento della pensione di anzianità e vecchiaia. L’estensione (questa la proposta) si allarga a ulteriori 203 lavori usuranti, che si aggiungono a quelli già esistenti: tra di loro anche lavoratori impiegati come bidelli, macellai, conducenti di bus. Al provvedimento ci sta lavorando l’apposita commissione sui lavori gravosi del ministero del lavoro, presieduta dall’ex “reggente” di questo dicastero, Cesare Damiano.

Al momento le categorie previste perché particolarmente usuranti sono 15, tra cui operai edili, educatori degli asili nido, facchini. Quelle che sono state individuate, 27, si basano anche su elementi come elevata incidenza di infortuni e di malattie professionali.

La misura dell’Ape sociale risale al 2017, e scadrà alla fine del 2021, ma da allora non ha funzionato moltissimo: ne hanno usufruito solo 4.300 lavoratori. Perché? Difficile raggiungere 36 anni di contributi, in un mondo del lavoro che di lavoro… non ne garantisce in modo così continuativo. Ma la commissione va giù dura e propone di prolungare l’Ape sociale per altri 5 anni.

 

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