Nel 2019 l’economia “non osservata” vale 203 miliardi di euro, pari all’11,3% del Pil: lo rileva l’Istat che spiega come essa sia divisa in due “componenti”, ovvero l’economia sommersa, che
ammonta a poco più di 183 miliardi di euro, e quella illegale, che supera i 19 miliardi. Sempre nell’anno citato, sono oltre 3 milioni e mezzo i lavoratori irregolari.
Tra le maggiori componenti dell’economia sommersa ci sono anche le comunicazioni fiscali volutamente sbagliate, legate anche a sotto-dichiarazioni dei costi e del fatturato, nonché l’utilizzo di lavoratori in nero e di affitti in nero. Eppure, rispetto al 2018, si nota una contrazione evidente di questa economia sommersa, più rilevante nei settori di costruzioni e professionisti. Una tendenza che, su questo versante, secondo l’Istat è iniziata da almeno 5 anni.
Tra gli elementi più consistenti dell’economia illegale, da ricordare i risaputi produzione e commercio di stupefacenti, prostituzione, contrabbando di sigarette. E se nell’economia sommersa si assiste a una diminuzione, in questo caso si segnala un aumento rispetto all’anno precedente (+174 milioni).
Ora bisognerà capire cosa è successo nel periodo Covid.