“Possono solo ammazzarmi” ripeteva il coraggioso sacerdote   

Il 21 ottobre, ricorre nel calendario della Chiesa cattolica la memoria liturgica del Beato padre Pino Puglisi 

“Cosa possono farmi? Mi possono solo ammazzare”. Lo ripeteva spesso Don Giuseppe Puglisi prima di quel tragico quindici settembre del 1993, giorno del suo 56º compleanno, quando intorno alle venti viene ucciso davanti al portone di casa, a Brancaccio (quartiere di Palermo). Il sacerdote era molto impegnato in una delle zone più difficili della città e la sua attività di educatore rivolta a sottrarre i ragazzi alla malavita organizzata spinge, inevitabilmente, Cosa Nostra a reagire con la sua consueta violenza. La giustizia ha riconosciuto come mandanti dell’omicidio Filippo e Giuseppe Graviano, arrestati il 26 gennaio 1994. Giuseppe Graviano, viene condannato all’ergastolo per l’uccisione di don Puglisi il 5 ottobre 1999. Il fratello Filippo, dopo l’assoluzione in primo grado, viene condannato in appello all’ergastolo il 19 febbraio 2001. Sono stati condannati all’ergastolo dalla Corte d’assise di Palermo anche Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone, gli altri componenti del commando.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - I colleghi litigano, il paciere sfregiato a colpi di lama

FGI

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.