l’Istituto Comprensivo Giuliano Giorgi artefice di un progetto veramente inclusivo

Individual with Disabilities Education Aim: Together we can!. Il progetto Erasmus + che ha visto coinvolti comuni di Nerola, Montorio Romano e Monteflavio e i bambini con bisogni educativi speciali

A Nord-Est una storia di integrazione e inclusione sociale

É alle battute conclusive il progetto Individual with Disabilities Education Aim: Together we can! dedicato all’inclusione sociale avviato tre anni fa grazie alla collaborazione dell’istituto Comprensivo Giuliano Giorgi presente in tre comuni: Nerola, Monteflavio, e Montorio Romano, a farne le veci è l’insegnate Tilde Giacomelli, che anche grazie a tutte le altre personalità coinvolte hanno messo a disposizione la loro conoscenza per poter avviare in l’iter. Dalle strategie metodologiche, acquisite nei vari corsi universitari, sino ai corsi d’aggiornamento proposti proprio nell’istituto al fine facilitare l’integrazione e l’inclusione dei bambini con BES (Bisogni educativi speciali n.d.r) di diverso genere.

Il nostro territoriodichiara l’insegnate Giacomelli ai microfoni di Tiburno.tvè soggetto ai condizionamenti dei processi migratori ed è cura del nostro Istituto accogliere ed aiutare le famiglie nel processo di integrazione nelle varie comunità di appartenenza attraverso la rete di servizi locali (Comune, ASL, servizi sociali ecc.) con i quali si è costruito un proficuo rapporto collaborativo.
Il Progetto Erasmus + ha arricchito il nostro bagaglio di conoscenze in relazione alle strategie, alle metodologie, all’uso delle tecnologie e delle “buone pratiche” inclusive. Abbiamo stretto un rapporto di amicizia e collaborazione con i partners europei, favorito soprattutto dai continui contatti attraverso i social, mobilità fisiche virtuali durante la pandemia.

Dunque, in ciascuna mobilità sono state apprese differenti pratiche inclusive: in Turchia ad esempio, si è svolta un’attività laboratoriale artistica-sensoriale nella quale sono stati realizzati manufatti e dipinti da ragazzi con disabilità severe; nella mobilità in Polonia si è osservato l’uso della Biofeedback Therapy, una particolare tecnologia che permette di condizionare favorevolmente le emozioni degli studenti affinché possano capire, attraverso le immagini e i colori, il loro stato emotivo e se alterato, ricondurlo in una fase emozionale positiva, di calma. Nella mobilità portoghese si è visto come l’immagine possa veicolare messaggi importanti attraverso l’uso di una particolare metodologia dello storytelling chiamato Kamishibai. Attraverso l’uso di un semplice strumento, il Botai (cultura archeologica dell’Asia centrale settentrionale preistorica n.d.r), o l’uso della tecnologia (video, ppt, ebook) a supporto dei bambini che hanno difficoltà motorie o linguistiche, si è potuto lavorare per raggiungere l’obiettivo di comprendere una storia leggendo grazie alle immagini. Nella mobilità croata è stato sperimentato un nuovo modo di indurre la concentrazione e sono stati estesi i tempi di attenzione degli alunni attraverso il Brain gym. Nella fase di disseminazione, nelI’Istituto di Montorio Romano, si è potuto osservare direttamente i benefici per che hanno ottenuto sia i singoli alunni ma anche l’intera classe. I bambini, contenti di sperimentare nuove forme di “gioco” si sono lasciati guidare traendone giovamento. Nel periodo successivo alla pratica del Brain gym, i bambini sono meglio predisposti alle attività che sono state presentate con maggior impegno, concentrazione, minore dispersione di energie e migliori risultati in termini di apprendimento. La mobilità slovena dunque è stata spunto di riflessione su più fronti. Prima di tutto si è avuta la conferma che il contatto con la natura e con gli animali domestici riporta tutti in uno stato di calma, di pace, in armonia con noi stessi e con il mondo.

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Questo contatto – dichiara Tilde Giacomelli – favorisce l’ascolto delle nostre emozioni e sensazioni più profonde, un contatto con noi stessi e conseguentemente favorisce l’instaurarsi di relazioni positive con gli altri, animali o persone. Lo scambio di buone pratiche è stata un’occasione per conoscere nuovi amici, tessere nuove e positive relazioni tra compagni di viaggio uniti dalla volontà di aiutare chi, nel proprio percorso di crescita, ha maggiori difficoltà. L’impegno di tutti noi è stato quello di capire i bisogni e le necessità dell’altro, abbracciare le sue difficoltà (linguistiche, fisiche, emozionali, logistiche ecc.) e incoraggiarlo a proseguire il cammino insieme.

Abbiamo incarnato il nostro stesso motto: I.D.E.A.! TOGETHER WE CAN, questo ci ha uniti e ci terrà stretti in un legame che va oltre l’esperienza legata ad una convenzione. Il Progetto Erasmus + racchiude in sé l’insieme delle conoscenze che passano attraverso le esperienze di vita, che toccano tutte le corde sensibili dell’essere. Ringrazio a nome di tutti MRS Tanja NiKolovski, la Main Coordinator del progetto, per il sostegno dato e le opportunità di arricchire il nostro bagaglio di conoscenze da mettere in campo nel nostro Istituto e la nostra DS Mariangela Francucci, che ci ha aperto gli orizzonti offrendoci la possibilità di vivere questa grande avventura. – conclude –

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