Draghi presidente della Repubblica? Come risolvere il rebus costituzionale

Ipotesi Brunetta al suo posto come reggente

Tra meno di due mesi, esattamente il 3 febbraio 2022, terminerà il settennato del Capo dello Stato Sergio Mattarella. E al podio dei candidati più papabili c’è l’attuale presidente del Consiglio Mario Draghi. La sua possibile elezione al Colle potrebbe rivelarsi una sorta di rebus costituzionale.

Cosa succederà se il parlamento dovesse eleggere Draghi Capo dello Stato, creando la situazione, mai verificatasi, di un premier che deve dimettersi nelle mani del Presidente della Repubblica a cui deve succedere? Spunterebbe l’ipotesi della doppia reggenza. Ma di cosa si tratta?  Se l’ex banchiere della Bce venisse eletto al Quirinale dovrebbe dimettersi nelle mani del capo dello Stato a cui dovrebbe succedere. E che avrebbe anche il compito di gestire la partita delle consultazioni per Palazzo Chigi. Da settimane gli uffici tecnici dei vertici istituzionali sono al lavoro per rivolvere il complicato rebus.

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Finora il premier dimissionario è sempre rimasto in carica fino al giuramento del successore. Mentre stavolta le eventuali dimissioni di Draghi potrebbero diventare subito esecutive. La sua elezione al Quirinale sarebbe considerata, infatti, un caso di «impedimento temporaneo» del presidente del Consiglio previsto dall’articolo 8 della legge 400 del 1988.

Se fosse davvero così, Draghi dovrebbe essere sostituito dal ministro più anziano ovvero Renato Brunetta. Che guiderebbe il governo come «reggente».

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