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Libri da bruciare? Mai più, eppure negli Usa…

Qua e là ci sono crociate contro la giustizia, la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà: e non sono pochi quelli che hanno paura delle parole

Si costruiscono muri nel mondo, anche culturali, e l’obiettivo è distruggere la libertà di espressione e comunicazione, a partire dalla scuola. Negli Stati Uniti, ad esempio, le discutibili crociate riguardano i testi che parlano di come sono nati gli Usa, schiavismo e colonialismo, o di come i “bianchi” trattano gli afroamericani, o di come i contenuti siano considerati “osceni” a seconda dell’argomento, inviso a questo o a quell’altro gruppo. Nell’opera di censura, che colpisce le biblioteche scolastiche, conservatori o presunti liberaldemocratici sono accomunati dalla volontà di eliminare l’esistenza di libri, solo perché ci sono e raccontano verità scomode (secondo loro). Tra gli ultimi nell’occhio del mirino, opere che per i detrattori sono soffuse di un razzismo becero da dimenticare. Quali? “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee, ad esempio, o le “Avventure Huckleberry Finn” di Mark Twain. Che brutto, prendersela pure coi libri.

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