Vicovaro – Bimbo di due anni malato, i pediatri si rifiutano di visitarlo

Temevano il Covid. "Senza tampone in fluorescenza nessuna visita", la giustificazione

Bimbo di due anni ha la febbre, la pediatra si rifiuta di visitarlo. Temeva il Covid…

A Vicovaro un bimbo di due anni e quattro mesi aveva la febbre e la tosse, ma due pediatri di Tivoli si sono rifiutati di visitarlo senza tampone a luminescenza.

La vicenda è iniziata due settimane fa circa, quando il figlio di Benedetto Tomassi, il barista 44enne dell’Ayrton Senna, ha iniziato ad avere la febbre e si sono rivolti alla pediatra di fiducia di Tivoli, la quale ha preteso un tampone prima di visitare il bimbo nel suo studio.

Benedetto e sua moglie sono andati di corsa in una farmacia di Mandela per sottoporre il piccolo al tampone, risultato negativo, ma questa misura per la pediatra non è stata sufficiente: pretendeva che il tampone fosse a luminescenza. Significa che il bimbo avrebbe dovuto sottoporsi ad un tampone di terza generazione, che usa un metodo definito semiquantitativo che legge in fluorescenza, appunto, la presenza del virus, e la quantifica.

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Questa unità di misura è un indice chiamato COI (Cut Off Index), che se supera il livello 10 indica la positività quasi al 100% e non richiede un tampone molecolare di conferma.

La pediatra ha confermato il suo diniego di visitare il bambino con il tampone non COI, allora i genitori si sono rivolti ad un pediatra privato, che ha dato loro la stessa risposta. I genitori sono corsi quindi all’Ospedale Bambino Gesù, dove hanno visitato il bimbo senza chiedere un ulteriore tampone, gli è stata ricontrata una bronchite allo stato iniziale ed è sottoposto ad una cura antibiotica.

Finito il ciclo di cure, oggi il bimbo è stato portato alla visita di controllo dalla sua pediatra, che ha confermato il suo stato di salute. Tra i genitori e il medico c’è stato uno scambio di vedute, al termine del quale il secondo ha chiesto loro di cambiare medico. “La pediatra ha ribadito che”, racconta Tomassi “non avrebbe visitato nostro figlio, anche se il tampone fosse risultato positivo, perché sosteneva che sarebbe stata costretta ad igienizzare lo studio. Di sicuro cambieremo medico, ma vorrei che tutti sapessero quello che è successo, perché rifiutare una visita ad un bambino così piccolo mi sembra un fatto inconcepibile”.

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