TIVOLI – Rogo tossico nella ditta di luminarie, arrestati i dipendenti

Blitz dei carabinieri del Nipaaf a Borgonovo: un italiano, un malese e un indiano bruciavano i rifiuti accatastati nel piazzale. Liberi dopo due notti ai domiciliari perché incensurati

Un anno fa il piazzale era stato sequestrato perché trasformato in una discarica abusiva. Ora l’azienda era stata autorizzata a smaltire i rifiuti, ma non certo dandogli fuoco.

Così martedì pomeriggio primo marzo i carabinieri dei Nuclei Investigativi di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (Nipaaf) di Roma hanno arrestato tre dipendenti di una ditta di luminarie con sede a Borgonovo, frazione del Comune di Tivoli, per termo-combustione illecita di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.

A finire in manette sono stati S. M., 24enne italiano, il 23enne originario del Mali S. S. e il 37enne di origine indiana D. S., tutti e tre residenti a Villanova di Guidonia. L’arresto è stato convalidato stamane, giovedì 3 marzo, dal Tribunale di Tivoli, che dopo due notti ai domiciliari ha rimesso i tre operai in libertà essendo tutti incensurati in attesa del processo fissato ad ottobre 2022. Convalidato anche il sequestro del piazzale utilizzato per l’abbruciamento.

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Secondo le prime informazioni raccolte da Tiburno.Tv, verso le 15,30 di martedì è scattato il blitz da parte dei forestali del Nipaaf in collaborazione coi carabinieri di Tivoli Terme e il supporto aereo del Raggruppamento Aeromobile dei Carabinieri dell’aeroporto Urbe di Roma. Ma già da giorni la ditta di luminarie era attenzionata dagli investigatori. Il 23 febbraio, infatti, durante un sorvolo in elicottero nell’ambito di un’altra indagine i carabinieri notarono un rogo tossico alzarsi dal piazzale dell’azienda di Borgonovo.

Dagli accertamenti emerse che a marzo del 2021 il piazzale dell’azienda di circa 2 mila metri quadrati era già stato sequestrato dagli agenti della Polizia Provinciale per la presenza di ben 2.500 quintali rifiuti vari accatastati, tra rifiuti solidi urbani, plastica, batterie esauste, apparecchiature elettriche ed elettroniche di ogni genere: insomma, una discarica abusiva che i poliziotti sigillarono su ordine della Procura di Tivoli. La stessa Procura che a dicembre aveva rilasciato alla ditta il nulla osta limitato alla rimozione dei rifiuti pur mantenendo l’area sotto sequestro.

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I forestali hanno accertato che i rifiuti, anziché essere conferiti in un impianto specializzato, venivano accatastati in un’area di circa 100 metri quadrati intorno ad un container in ferro utilizzato come braciere e dati alle fiamme. I militari hanno rinvenuto inoltre altri tre cassoni all’interno dei quali erano selezionati e distinti ferro, alluminio e calcinacci, rifiuti che la ditta avrebbe successivamente conferito in un sito autorizzato.

Al momento del blitz dei carabinieri negli uffici dell’azienda erano presenti altri due dipendenti risultati estranei al rogo tossico. Erano invece assenti i titolari. Chissà se sapevano che i tre dipendenti smaltivano i rifiuti dandogli fuoco.

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