TIVOLI – “Azzannati dal pitbull, così ho salvato la vita al mio Yago”

Intervista a Giammarco De Santis, il 28enne che ha lottato contro il pit ucciso dai carabinieri: 12 punti di sutura al ragazzo, 7 al padre, 18 al loro cagnolino

“E’ stata un’esperienza terribile, quel cane era un killer, non so neanche io dove ho trovato il coraggio di farci a lotta. Per me l’importante era salvare la vita al mio Yago”.

A parlare è Giammarco De Santis, il 28enne di Tivoli che sabato scorso 25 febbraio si è trovato a tu per tu con un pitbull fuggito da un villino della zona e inferocito a tal punto che i carabinieri sono stati costretti ad abbatterlo per evitare conseguenze peggiori, dopo aver sbranato tre gatti, ferito un cane e tre uomini, tenuto sotto scacco gli abitanti di via Primo Levi, una stradina tranquilla di Paterno, nella zona di Villa Adriana (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

La mano destra fasciata, un’escoriazione sul lato sinistro della fronte, maglia e pantalone coprono le profonde lacerazioni sulle braccia e sulle gambe suturate con 12 punti al pronto soccorso dell’ospedale di Tivoli, da dove il giovane cuoco è stato dimesso con una prognosi di sette giorni.

Sul divano della sua casa di Paterno, Giammarco accarezza Yago, meticcio di Pinscher e Jack Russell trovato nell’estate di 4 anni fa appena nato all’interno di uno scatolone abbandonato come spazzatura tra l’erba alta adiacente alla fermata del bus al chilometro 17 della via Tiburtina, a Setteville di Guidonia.

Sul divano, accanto a Giammarco, c’è Yago, ben 18 punti di sutura causati dai morsi del pitbull che lo ha azzannato nella parte posteriore. Poteva andare peggio se il giovane non fosse intervenuto salvandogli la vita per la seconda volta.

A guardarli con amore durante l’intervista esclusiva al quotidiano on line della Città del Nordest Tiburno.Tv c’è anche Stefano De Santis, 56enne agente di commercio ed ex presidente della “Estense Tivoli”, ex società calcistica tiburtina di Prima Categoria.

Anche l’uomo ha ingaggiato una vera propria lotta col cane abbattuto nel tentativo di sottrarre alle sue grinfie il figlio, aggredito una seconda volta dopo essere riuscito a far mettere in salvo Yago. Ne è uscito malconcio, Stefano, con lacerazioni della carne alla gamba sinistra e all’avambraccio sinistro, ferite suturate con 7 punti e giudicate guaribili in 10 giorni dai sanitari del “San Giovanni Evangelista”.

Giammarco racconta che tutto è accaduto poco dopo le 15 di sabato. Dopo il pranzo insieme ai genitori e alla sorella 18enne, il giovane era uscito di casa per portare il cagnolino a passeggio al guinzaglio in via Primo Levi, una stradina che collega la via Tiburtina a strada Paterno.

A metà strada – ricorda Giammarco – a un centinaio di metri dalla mia abitazione ho incontrato un signore e mi ha avvertito che un pitbull stava sbranando dei gatti. Non ho fatto in tempo a girarmi per tornare indietro che alla mia sinistra ho visto sbucare il pitbull.

Istintivamente ho tirato il guinzaglio e ho sollevato da terra Yago con la mano destra, ma il pit mi ha assalito azzannandomi al braccio sinistro. Mordeva e tirava, tant’è che mi ha trascinato a terra, ho perso la presa su Yago e si è avventato su di lui.

Lo ha addentato alle gambe posteriori, vicino alla coda, e a quel punto mi sono lanciato sul pitbull affinché lasciasse Yago”.

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Un tentativo riuscito, perché il meticcio è fuggito via sanguinante e ha percorso quasi un chilometro di corsa fino ad un bar in via Paterno.

Ma per Giammarco è iniziato un incubo.

Ero in terra – continua a raccontare il giovane cuoco – il pitbull mi azzannava alle braccia, alle mani, alle gambe. E io urlavo “Togliti” nella speranza che demordesse o che qualcuno mi venisse in soccorso.

E’ stata una vera e propria lotta, durata almeno un paio di minuti, un tempo interminabile”.

Secondo il racconto di Giammarco De Santis, a distogliere l’attenzione del terrier è stato il transito di un’auto che ha immediatamente assalito.

Mi sono rialzato e fuggito, così ho iniziato a cercare Yago – spiega ancora il 28enne di Paterno – Temevo che fosse stato ferito ad organi vitali e che si fosse nascosto in un posto isolato dove morire.

Avrei voluto contattare mio padre per chiedergli aiuto, ma nella colluttazione col pitbull mi erano cadute sull’asfalto le chiavi e il cellulare”.

Provvidenziale il passaggio di un’altra auto, il conducente della quale ha permesso a Giammarco di chiamare papà Stefano.

Sentendo il tono drammatico e lo stato di agitazione, il 56enne si è precipitato in strada, mentre il figlio gli è andato incontro, ma nel frattempo il pitbull aveva praticamente preso possesso del tratto di strada in cui aveva preso di mira Yago.

Si era piazzato al centro della strada e controllava chi si muoveva”, sottolinea il 28enne. Così, alla vista di Giammarco sanguinante, il terrier si è di nuovo avventato sul giovane cuoco addentandogli la mano destra.

Davanti a una scena del genere, stavolta è stato Stefano De Santis a lanciarsi addosso al cane sferrando pugni col risultato di liberare il figlio, ma di ritrovarsi lui stesso nelle grinfie del pitbull.

In soccorso del 56enne sono intervenuti alcuni residenti, armati di arnesi per l’edilizia, che hanno colpito il cane affinché lasciasse il braccio sinistro di Stefano De Santis. Approfittando di un attimo di tregua, l’uomo ha scavalcato la recinzione di un villino e ha trovato riparo nel giardino. Il proprietario lo ha accolto, soccorso e infine lo ha accompagnato a bordo di un furgone alla ricerca del piccolo Yago.

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Il meticcio era nei pressi di un bar di via Paterno, Stefano De Santis lo ha raccolto e affidato alle cure della moglie e della figlia che nel frattempo lo avevano raggiunto.

Giubbotto, maglione e pantalone ridotti a brandelli e intrisi di sangue, per Giammarco l’incubo non era ancora finito.

All’arrivo dei carabinieri sono svenuto – confessa il 28enne – Lo stress, l’adrenalina per la lotta col pitbull, la paura, il timore che Yago non ce l’avesse fatta e fosse morto dissanguato: sono crollato prima ancora di essere trasportato in ospedale in ambulanza, il cuore mi stava esplodendo dalla paura”.

Mentre i sanitari del “San Giovanni Evangelista” suturavano padre e figlio, il meticcio è stato sottoposto ad un intervento chirurgico presso un noto e stimato studio veterinario di via Acquaregna a Tivoli, poco distante dall’ospedale.

La paura è stata tanta – commenta ora Giammarco accarezzando Yago, entrambi seduti sul divano di casa – abbiamo vissuto attimi di terrore, ricordo gli occhi atterriti di una decina tra residenti e passanti rifugiati sui tetti delle auto.

L’aspetto peggiore è che in quei momenti eravamo tutti impotenti e il pitbull si era trasformato in un killer: l’ho visto avventarsi su un gatto nero e staccargli la testa”.

Non a caso i carabinieri hanno faticato non poco per tentare di fermare il cane senza tragiche conseguenze.

Inutile sbarrare la strada in attesa del Servizio Veterinario. Inutili anche le scariche elettriche sparate col taser per salvare un terzo uomo azzannato. L’unica soluzione possibile è stata un colpo di arma da fuoco che ha ferito il cane, deceduto durante il trasporto da parte della Polizia Locale verso uno studio veterinario.

Io sono amante degli animali – sottolinea Stefano De Santis – ma credo che nessun cane riesca ad essere aggressivo in quella maniera: è stato molto pericoloso, ho visto due figli, Giammarco e Yago, in pericolo di vita”.

E’ accaduto qui, in via Primo Levi, ma poteva succedere ovunque – conclude Giammarco De Santis – Nella sfortuna è andata bene, ma penso sempre a come sarebbe finita se al posto mio ci fosse stata mia sorella o mia madre, oppure una persona anziana o un bambino che solitamente porta a passeggio il suo cagnolino proprio dove il pitbull ci ha assaliti.

Il mio stato d’animo? Non saprei descriverlo.

So che Yago sta bene, è reattivo ed esce sotto casa per fare i bisogni. La notte non riesco a dormire, un po’ a causa dei ricordi e un po’ per i dolori, l’importante è raccontarla”.

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