TIVOLI - Violentata dal patrigno e maltrattata dalla madre: l’incubo di un’adolescente

Il Tribunale condanna la coppia italiana ad una pena esemplare

La donna che l’ha messa al mondo la costringeva a pulire casa e a badare alla sorella più piccola, impedendole di andare a scuola. L’uomo che le avrebbe dovuto fare da padre la usava per sfogare gli istinti peggiori.

E’ l’incubo vissuto tra le pareti domestiche da Valentina (il nome è di fantasia), una ragazza italiana che oggi ha 25 anni ma che fino a dieci anni fa è stata segnata da un’infanzia e un’adolescenza di abusi.

Per questo ieri, lunedì 10 marzo, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado a sette anni di carcere per maltrattamenti e violenza sessuale su minore A. S., 53enne italiano originario di Palestrina, e alla pena di tre anni e sei mesi di reclusione R. M., 44enne di Roma, per maltrattamenti nei confronti della figlia minore.

 
 

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere le giudici Rosamaria Mesiti e Camilla Amedoro – ha accolto la richiesta della Procura e riconosciuto la responsabilità penale della coppia protagonista di una serie di orrori nei confronti della vittima.

Secondo quanto ricostruito dai magistrati, i fatti sono accaduti in un appartamento di Zagarolo e furono scoperti ad agosto del 2015 a seguito della segnalazione della scuola.

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All’epoca, infatti, Valentina non frequentava regolarmente la scuola dell’obbligo e quando fu ascoltata dalle assistenti sociali trovò il coraggio di raccontare tutto e inchiodare la mamma e compagno.

Dalle indagini è emerso che i due conviventi maltrattavano la ragazzina sottoponendola a sofferenze fisiche e morali. In particolare l’uomo la picchiava apostrofandola con epiteti come “stupida, mongoloide” e dicendole che non avrebbe dovuto nascere.

Valentina ha raccontato inoltre che il compagno della madre le si mostrava mentre faceva uso di sostanze stupefacenti, e in alcune occasioni a partire da maggio del 2013 le avrebbe fatto nascondere alcune bustine di droga per evitare i controlli.

La madre di Valentina avrebbe assecondato i comportamenti del compagno, costringendo la figlia a svolgere continuamente faccende domestiche e a badare alla sorella minore, impedendole così di andare a scuola.

Dal processo è emerso che A. S. durante la convivenza con R. M. costrinse la ragazzina a subire atti sessuali.

In particolare, Valentina ha riferito che a febbraio 2015 l’uomo la portò in bagno, la fece sedere su di sé per toccarle il seno e le parti intime dicendole che era bella e che stava crescendo.

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Ad aprile dello stesso anno l’uomo l’avrebbe afferrata per le braccia, sdraiandola sul letto per metterle le mani all’interno dei pantaloncini.

Infine, il 14 agosto 2015 l’uomo le toccò la vagina, intimandole di non dire nulla altrimenti avrebbe fatto del male alla sua famiglia.

Ieri il Collegio ha condannato il 53enne italiano alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, curatela e all’amministrazione di sostegno, oltre che da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate da minori.

Il patrigno 53enne è stato inoltre condannato alle pene accessorie dell’interdizione legale per la durata della pena, oltre alla sospensione dall’esercizio della responsabilità genitoriale durante la pena.

Anche la mamma dell’adolescente è stata condannata dal Tribunale di Tivoli alle pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e alla sospensione dall’esercizio della responsabilità genitoriale per un periodo pari al doppio della pena inflitta.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

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