Valle Aniene – Contro lo spopolamento 33 comuni chiedono una legge speciale

Lo stato dell’economia non certo florida,la mancanza di fonti di lavoro e la promozione di infrastrutture, stanno riproponendo nelle amministrazioni locali e negli abitanti dei 33 paesi della Valle dell’Aniene un argomento molto dibattuto fino ad un recente passato, ma rimasto finora privo di riscontri concreti. Si tratta della mancanza di una legge speciale per il territorio, escluso sempre dai molteplici benefici delle leggi varate a sostegno anche di aree confinanti.

Negli anni ’50, il Parlamento italiano votò la legge istitutiva della Casmez (Cassa per il Mezzogiorno). Contrariamente ad ogni previsione ed aspettativa, la Valle dell’Aniene non venne inclusa (si disse per una “vendetta” politica da parte di un esponente della Democrazia Cristiana) tra le zone interessate ai suoi benefici . La penalizzazione maggiore fu l’individuazione dei confini che delimitavano le aree di intervento, perché da una parte furono fissati agli Altipiani di Arcinazzo, distanti solo 18 chilometri da Subiaco; da un’altra a Carsoli, ad appena una ventina di chilometri. Negli anni ’60 fu poi varata la cosiddetta “Legge speciale per Roma”, proprio per sostituire la Casmez nelle zone intorno alla Capitale che ne erano rimaste escluse.

Ma anche in questo caso la Valle dell’Aniene rimase a mani vuote, restando una sacca priva di mercato di consumo e senza trasformazione di materia prima, dove sono difficili i collegamenti stradali, con circa tremila persone costrette ogni giorno a recarsi Roma e dintorni per lavorare.

Ed allora? Di tempo per provocare una inversione di tendenza ne resta poco. Rimane solo il tempo – secondo gli amministratori locali – perché magari la Regione Lazio (se non proprio il Governo) affronti la situazione nel suo complesso, intervenendo non con gli ormai troppo sfruttati (spesso a fini politici) “pannicelli caldi” m a con provvedimenti che blocchino lo spopolamento di molti paesi della Valle dell’Aniene.

Fabrizio Lollobrigida

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