Giudice di Pace: Palombara e Subiaco chiudono e vengono accorpati a Tivoli

Il sindaco di Subiaco scrive al Ministro: “Colpo duro a danno del territorio”
Tra i più agguerriti a voler salvare la sede locale è il sindaco di Subiaco Francesco Pelliccia: “Si tratta – ha detto il primo cittadino – dell’ennesimo colpo che viene inferto ai territori di provincia a vantaggio dei centri più grandi, frutto di una politica accentratrice. Questo è il frutto di tagli orizzontali senza valutare quale sia effettivamente la necessità sui singolo territori”.
“Ho già scritto al Ministro alla Giustizia Andrea Orlando per richiedere la revisione del provvedimento ed un incontro immediato – ha spiegato Pelliccia -. Come amministrazione, stiamo pensando, assieme ad altri Comuni, destinatari di analoghi provvedimenti di soppressione, alle azioni idonee da porre in essere per contrastare questo provvedimento. Ci stiamo facendo in quattro per aumentare la dotazione di servizi a Subiaco e in Valle dell’Aniene, raggiungendo anche importanti risultati e poi a livello centrale si agisce in modo opposto. La circostanza che siano state soppresse sedi di Giudice di Pace di importanti centri, quali Assisi, Vieste e Cesena, Anagni, Genzano di Roma, fa comprendere come il problema sia di natura politica, più che amministrativa”.

 

La proposta per una gestione a proprie spese del Comune

Il Giudice di pace di Subiaco aveva competenza su 22 comuni del territorio della Valle dell’Aniene e quando ne era stata decretata la chiusura nel settembre 2012 l’amministrazione sublacense si era attivata per la gestione “in proprio” (a spese del bilancio comunale) del servizio. “Nonostante la mancanza di adesioni da parte degli altri Comuni interessati – spiegano dal Comune -, era stata avviata una procedura di mobilità volontaria per i dipendenti comunali da adibire all’ufficio: poi il contrasto della procedura da parte delle forze sindacali non ha consentito di concludere il procedimento di mobilità i tempi brevi”.

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