Guidonia – Troppo “ricchi” per le case popolari: nascerà un quartiere per i nuovi poveri

Di questo si è parlato questa mattina – giovedì 28 maggio – in Comune, dove il sindaco Eligio Rubeis ha incontrato il commissario straordinario di Ater provincia di Roma Leonardo Nucara, convinto di avviare il progetto proprio a Guidonia Montecelio, che diventerebbe la prima città della provincia a sperimentare tale pianificazione: alloggi per giovani coppie con redditi medio bassi e contratti di lavoro parasubordinati che per questa loro condizione avrebbero difficoltà ad accendere mutui o trovare affitti a prezzi di mercato.

Un esperimento già avviato in altre regioni
“Nei prossimi giorni faremo un accertamento sulle aree eventualmente disponibili – ha detto Rubeis – siano esse pubbliche o già oggetto di interventi urbanistici in regime di 167 (edilizia economica e popolare)”.
Anche se Nucara precisa che “il nuovo quartiere, sul modello di altri che con le medesime caratteristiche hanno visto la luce in numerose regioni italiane ma non nel Lazio e sarà individuabile solo come intervento di edilizia economica e non popolare perché – chiarisce – la destinazione degli alloggi sarà esclusivamente riservata a fasce di popolazione sicuramente impoverite dalla crisi ma comunque sopra la soglia di povertà”.

 

Affitti a quattro euro al metro quadrato
“Favoriamo la formazione di giovani famiglie che non potrebbero mai avere una casa perché troppo ricche per l’alloggio popolare – ha aggiunto il sindaco – approfittando, d’accordo con Ater, del protocollo d’intesa già sottoscritto da Regione Lazio e la Sgr (società di gestione del risparmio) di Cassa Depositi e Prestiti che è pronta a finanziare gli interventi. Alloggi con affitti a medio e lungo periodo, a canoni estremamente bassi: 4 euro al metro quadro anche con facoltà di riscatto per il conduttore. Soluzioni ad alta valenza sociale – ha concluso il primo cittadino – che guardano ai bisogni concreti di tante giovani coppie, ma anche di famiglie sotto sfratto, di persone che vogliono farsi una famiglia o hanno perso il lavoro, precari, che sono esclusi dalle regole normali dell’affitto e anche esclusi dalle attuali politiche di supporto alle case popolari perché non rientrano nelle graduatorie”.

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